Il mercato assicurativo italiano nel 2018 è cresciuto del 3,2%, rispetto a un rialzo dei premi globali 2017-18 del +1,5% a livello globale; se poi si allarga lo sguardo al periodo 2013-2018 la crescita aggregata è stato pari a +2,6% a fronte di un calo dello 0,9% in Europa. A evidenziarlo è uno studio di Accenture presentato al Festival delle Assicurazioni, organizzato in collaborazione con Milano Finanza. Anche sul fronte della profittabilità, nonostante il trend di moderata contrazione degli indicatori di redditività in Italia, rimane superiore alle media europea, sia per il settore Danni che per il settore Vita, con un andamento medio del del comparto Danni del 10,3% (2013 -2017) rispetto ad una media europea del 6,1% e del comparto Vita pari a 8,4% contro un 5,9%. Le performance tecniche complessive del mercato sono buone, con un combined ratio per il 2018 in Italia del 90,2% (vs una percentuale europea del 95%). La crescita nel 2018 è dovuta sia al comparto Vita, ‘i cui premi sono aumentati del 3,5% (dopo prima riduzione del 10,6% rilevata nel 2016 e del 3,8% nel 2017), sia al comparto Danni, i cui premi nell‘ultimo anno sono ulteriormente aumentati del 2,3%. In occasione del convegno, un focus è stato messo su digitale, sostenibilità e trasparenza. “Viviamo in un’era in cui essere digitali è fondamentale, tuttavia il digitale da solo non è più un elemento di differenziazione per le Compagnie. La sostenibilità è il nuovo paradigma per rimanere competitivi nel lungo periodo. Nei prossimi 5 anni, infatti, tutti gli investitori determineranno il valore di un ‘azienda analizzandone l’impatto sulla società e sull’ambiente” ha commentato Daniele Presutti, Senior Managing Director di Accenture, Responsabile Insurance per l’Italia. “Nel mondo assicurativo ci sono diverse sfide da affrontare sia per gli operatori che per le autorità”, ha detto in un video messaggio Fabio Panetta, presidente dell’Ivass, sottineando come icambiamenti riguardino “sia le normative che le tecnologie”. aggiunto. Le compagnie devono “semplificare i contratti attraverso un linguaggio più semplice” mentre le autorità devono “spingere sulla formazione”. Altro punto cruciale è usare i dati per favorire i confronti e la trasparenza, ha rimarcato Panetta.