La candidatura di Sylvie Goulard, come commissaria al Mercato Interno, all’Industria e alla Difesa è stata, a sorpresa, affondata dall’Europarlamento. È la terza candidatura ad essere respinta dai deputati europei dopo il conservatore ungherese Laszlo Trocsanyi (PPE) e la socialista rumena Rovana Plumb. A votare a favore della Goulard (20 voti a favore e 80 contrari) in commissione a voto segreto sarebbero stati solo i socialisti e i liberali, mentre i popolari tedeschi, i Verdi e tutta la variegata pattuglia degli euroscettici avrebbero votato contro. In questo modo i popolari tedeschi avrebbero consumato la loro vendetta contro la candidata di Macron il quale aveva a sua volta bocciato il bavarese Manfred Weber per il ruolo di presidente della Commissione. Weber aveva infatti dovuto lasciare il passo a Ursula von der Leyden, la cui commissione viene comunque indebolita da queste rivalse incrociate tra Francia e Germania.
La bocciatura della candidata francese è uno schiaffo politico soprattutto al presidente Emmanuel Macron che ha reagito affermando che Sylvie Goulard è stata vittima di “giochi politici”. Macron è furibondo. Nel corso di una conferenza stampa a Lione, il presidente francese ha denunciato che nel voto degli europarlamentari potrebbe essere “entrato in gioco del risentimento, forse della meschinità“. “Io mi sono battuto per un portafoglio, avevo proposto tre nomi – ha continuato Macron – Mi hanno detto che il nome proposto era formidabile, che andava bene e poi mi dicono che non lo vogliono più. Mi devono spiegare“.
Il presidente Emmanuel Macron dovrà ora riflettere su come procedere “nel rispetto del portafoglio attribuito alla Francia”, fanno trapelare ancora dalla presidenza francese. Insomma per Parigi è tutto da rifare.
Una vicenda tormentata
Che le cose si fossero messe al peggio lo si era capito già l’8 ottobre quando l’europarlamento aveva deciso di tenere una seconda audizione per valutare la candidata della Francia a far parte della squadra di Ursula von der Leyen. Goulard, molto stimata dall’ex commissario alla Concorrenza Mario Monti con cui ha scritto anche un libro a quattro mani sul futuro dell’Europa, aveva inviato le sue risposte a un lungo questionario dell’Europarlamento, promettendo di dimettersi in caso di condanna penale definitiva in un procedimento giudiziario che a vede coinvolta in Francia per l’uso dei fondi Ue quando era deputata europea. Inoltre, la francese si era difesa dall’accusa di conflitto di interessi per le consulenze a un think thank, il Berrgruen Institute, dall’investitore Nicolas Berggruen, ma aveva aggiunto di “essere dispiaciuta” per il fatto che l’attività svolta avesse potuto mettere in dubbio la sua integrità e indipendenza.
In una riunione dei coordinatori delle commissioni competenti, i gruppi dei Socialisti&Democratici e dei liberali di Renew Europe si sono espressi a favore di Goulard. Ma era poi prevalsa la linea di una nuova audizione su richiesta di un fronte inedito costituito da Partito Popolare Europeo, Verdi, comunisti, sovranisti e anti-europei. I Socialisti&Democratici e Renew Europe si erano trovati isolati di fronte a una marea contraria. La seconda audizione di Goulard è stata però fatale perché i parlamentari ostili non hanno cambiato idea.
Nel frattempo, lo stesso Europarlamento ha dato il via libera a Margrethe Vestager come vicepresidente esecutiva responsabile del Digitale e commissaria per la Concorrenza. La commissaria alla concorrenza Vestager ha fatto sapere di eseere pronta ad affilare le armi contro le Big Tech: le multe non bastano più. Ci sono anche a disposizione divieti di pratiche scorrette ed extrema ratio il break up societario.
Frena anche l’ipotesi del supertecnico Mario Nava al mercato unico
L’ex presidente Consob Mario Nava, che ricoprì l’incarico come una meteora da aprile 2018 a settembre 2018 come numero uno della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) vede dalla bocciatura Goulard sbarrata per ora la strada per un rientro, secondo rumors di corridoio, a Palazzo Berlaymont per un incarico importante presso la commissaria Sylvie Goulard, responsabile del Mercato unico.
Mario Nava era stato costretto alle dimissioni dalla presidenza della Consob dopo un forte scontro con il governo Giallo-verde di allora. I due partiti di maggioranza, il M5S e la Lega erano tornati a chiedere un passo indietro del presidente della Consob ritenendo il suo legame con la Commissione Europea, regolato dall’istituto del ‘distacco’, “incompatibile”.
Nava si era difeso ricordando che la sua nomina era stata validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Repubblica e Corte dei Conti, e non necessitava dunque di commenti ulteriori. La questione era secondo Nava quindi “solo politica” ma il non gradimento politico limitava l’azione della Consob e quindi per spirito di servizio aveva preferito togliere il disturbo e dimettersi. Ora Nava è tornato al suo lavoro di supertecnico a Bruxelles e si sta preparando ad affrontare nuove sfide per la commissione europea.
Vittorio Da Rold, Business Insider Italia