(di Tiziano Rapanà) Si riapre la battaglia sul crocefisso nelle scuole. Battaglia antica, ormai datata, che talvolta ritorna centrale nell’agenda politica del Paese. Al ministro dell’istruzione Fioramonti, il crocefisso in aula non piace. Meglio una cartina geografica, sostiene. E in più ne ha da dire sull’esposizione in classe della foto del presidente Mattarella, “neanche il presidente la vorrebbe” dice sempre il ministro. Ovviamente le parole contro il crocefisso in classe hanno scatenato un putiferio, mentre sul niet alla foto di Mattarella nessuno ha detto una parola. Da Salvini e Meloni che hanno tuonato in favore del crocefisso nelle aule, c’era da aspettarselo il silenzio sulla foto di Mattarella. Ma dagli altri esponenti politici? Ora tutti sono riuniti attorno allo scandalo del crocefisso. Oltre a compiacermi dello scandalo, che ha 2000 anni ed è ancora magnificamente al centro della scena, altro non riesco a dire. Sono favorevole al crocefisso nelle scuole, perché rappresenta la nostra cultura cristiana, ma sull’argomento non ho altro da dire. E non capisco perché ancora se ne parli. E non capisco soprattutto perché i politici ci tengano così tanto a togliere quel crocifisso, che non offende nessuno. Non offende gli stranieri, i credenti delle altre religioni. Giusto qualche ateo, infastidito dalla presenza di simboli religiosi in un luogo pubblico. Che poi ‘sti atei non li capisco: chi non crede, non si pone il problema dell’esistenza di Dio, della religione non gliene frega nulla. E quindi mi possono spiegare il senso di questo fastidio provocato dalla croce? Lasciamola in classe, rappresenta le nostre radici culturali. Amici atei, rileggetevi Benedetto Croce: non possiamo non dirci cristiani. Poi la fede, le cose che attengono alla religione sono un’altra cosa. Ma se ad una nazione strappi le sue radici, non resta nulla. Resti lì il crocefisso e pure la foto del nostro presidente Mattarella. L’effige del nostro presidente deve troneggiare in tutte le aule scolastiche e in tutti gli edifici pubblici, perché egli è il garante della nostra costituzione e della democrazia. Mattarella non è un esponente politico, lui sta sopra queste cose. Mattarella rappresenta l’Italia così come il crocefisso. Si può essere poi favorevoli o contrari ad alcune dichiarazioni ed azioni di Mattarella, ma è il nostro presidente della repubblica e va rispettato. i signori del parlamento e il governo dovrebbero ricordarlo, ma tanti si stracciano le vesti in favore del crocefisso e nessuno che abbia detto una parola in favore della presenza fotografica di Mattarella in classe.