Nei bilanci delle banche italiane i crediti deteriorati continuano a calare ma ci sono ancora 330 miliardi da gestire. Il dato emerge dal Npl Meeting, la cui ottava edizione è stata organizzata, come di consueto, da Banca Ifis a Venezia. “Il recupero resta il tema principale – ha spiegato oggi Luciano Colombini, a.d. dell’istituto, aprendo oggi la seduta principale della conferenza – nei bilanci delle banche rimangono circa 164 miliardi di crediti non performanti, 177 miliardi sono stati ceduti ma solamente 11 miliardi sono stati recuperati al 2019. Ci sono quindi da gestire 330 miliardi di crediti deteriorati”. Al sistema italiano, dunque, servono strutture di recupero “appropriate alla dimensione, complessità e caratteristiche delle attività delle banche con sistemi di monitoraggio continui ed efficienti. Gli investimenti in intelligenza artificiale e It saranno fondamentali e, per sostenerli, l’economia di scala costituirà un vantaggio competitivo”, ha aggiunto il banchiere. – Secondo il report pubblicato oggi da Banca Ifis sul settore, le transazioni di crediti deteriorati in Italia quest’anno potrebbero arrivare a 46 miliardi, di cui la maggior parte sul fronte delle inadempienze probabili (Utp) e sul mercato secondario. Quello del nostro Paese rappresenta un mercato vivace, con 50 investitori attivi, di cui il 20% italiani, arrivati grazie anche alle cessioni di crediti deteriorati per 177 miliardi, avvenute fra il 2015 e l’ultimo agosto. Per gestire questi crediti, spiega il report, serve “un approccio industriale” che richiede anche un salto dimensionale. Dei 170 miliardi di esposizione lorda ai deteriorati ancora a bilancio delle banche (90 sono Npl e 80 sono utp) ci sono 1,5 milioni di debitori: 1 milione di privati e 500 mila aziende.