Entro tre anni i robot “licenzieranno” 120 milioni di lavoratori: lo dice uno studio di Ibm
18 Settembre 2019
Più di 120 milioni di lavoratori in tutto il mondo dovranno riqualificarsi nei prossimi tre anni a causa dell’impatto dell’intelligenza artificiale e dei robot sui posti di lavoro. A dirlo, senza troppi giri di parole, è un’indagine pubblicata da Ibm che mette in fila i dati sulle future possibilità dell’AI e quelli sulle intenzioni prossime venture dei datori di lavoro. Nel dettaglio, secondo Ibm, in Cina 50,3 milioni di lavoratori dovranno cambiare mansione, ruolo e/o città. Una sorte simile toccherà a 11,5 milioni di lavoratori americani e a 7,2 milioni di lavoratori del Brasile. Giappone e Germania chiudono la speciale classifica dei primi cinque paesi per numero di licenziamenti a causa dei robot con rispettivamente 4,9 milioni e 2,9 milioni di lavoratori che saranno costretti a riprendere la formazione o a spostarsi.
Secondo la ricerca, i progressi nell’intelligenza artificiale dovrebbero non solo spostare i lavoratori, costringendoli a cambiare sede e città, ma anche portarli ad adattarsi a nuove mansioni ove non a riprendere ex novo la loro formazione: “La sfida- scrive Ibm- consisterà nel potenziare i lavoratori per riempire i nuovi posti di lavoro, o con operazioni di formazione o con lo spostamento dei dipendenti”.