In questo quadro però c’è chi ride e chi piange, come al solito: volano le auto elettriche benzina, Gpl e ibride che guadagnano rispettivamente +174%, +44,7%, +18,2% e +6,8%. In crescita del +35,9% anche i veicoli a metano rispetto al pari periodo 2018. Mentre anche ad agosto si conferma la flessione del diesel pari a -33,7%, con una quota di mercato del 38%, su base annua il calo è del -24,5% (share del 41,7%).
Un’analisi a parte meritano le elettriche perché come dicevamo aumentano del +174% (0,6% di quota) nel mese, mentre nel periodo gennaio-agosto la crescita è del +114,1% con una rappresentatività marginale dello 0,5% del totale mercato.
Nell’analisi delle marche Fiat si mantiene al comando ma continua a perdere quota con flessioni (come nella prima parte dell’anno). Il costruttore nazionale ha immatricolato ad agosto 12.815 vetture (-9,54%), oltre 1.300 in meno di agosto 2018. La sua quota di mercato nel 2019 è del 15,53% (circa 2,3 punti in meno del 2018, e ad agosto del 14,47%). In compenso nella classifica dei modelli più venduti del 2019, la Panda rimane largamente in testa alla graduatoria e ad agosto cresce ancora rispetto allo stesso mese del 2018: +68,26%.
Al secondo posto dietro Fiat c’è Volkswagen, che ad agosto ha fatto registrare un clamoroso +13,13%. Il brand di Wolfsburg ha immatricolato 7.438 vetture contro le 6.575 del l’agosto precedente. Il terzo posto nella graduatoria mensile è andato sorprendentemente a Dacia, che ha preceduto di sole 4 unità la “cugina” Renault. Nella classifica del cumulato annuale, invece, Ford mantiene il gradino più basso del podio, seppure tallonata da Renault. Ad agosto Dacia ha immatricolato 5.845 vetture (+29,26%), Renault 5.845 (-39,16%). La flessione della marca francese è facilmente spiegabile con la fase di run-out del suo modello più venduto, la Clio, che da settembre sarà disponibile nella nuova e completamente rinnovata edizione. Seguono nella graduatoria di agosto Ford (-6,82%), Peugeot (-0,06%), Opel (+2,52%), Jeep (-27,06%), Toyota (-5,93%) e Citroen (-12,15%).
Nel consolidato 2019, dietro a Fiat, Volkswagen e Ford, si posizionano Renault, Peugeot, Opel, Citroen, Dacia, Toyota e Jeep. Il segno più è appannaggio solamente di Volkswagen, Peugeot, Opel, Citroen, Dacia (+42%) e Toyota.
“In uno scenario già difficile per il mercato dell’auto – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – l ’UNRAE auspica che al più presto possa essere operativo un nuovo governo e che questo voglia mettere finalmente e seriamente nella sua agenda il rilancio del settore automotive, uno dei comparti cardine della nostra economia, che ormai da troppo tempo sta soffrendo una crisi ben più grave di quella dell’economia in generale.
E’ assolutamente necessario che le esigenze di finanza pubblica, pur imprescindibili, non vedano ancora una volta l’auto nel mirino del fisc o, con misure punitive che punta no a fare cassa con accise, bolli, tasse e imposte varie, colpendo consumatori e imprese al tempo stesso.
“Parimenti – continua Crisi – è sempre più urgente l’esigenza di una strategia di lungo periodo, mirante al rinnovo dell’attuale parco circolante tra i più vetusti d’Europa, un problema serissimo e non più rinviabile, tanto sotto il profilo ambientale che sotto quello della sicurezza”.
Secondo gli analisti di Dataforce però “agosto continua a viaggiare al di sotto della linea di galleggiamento: l’unico mese in positivo quest’anno è stato il, peraltro poco brillante, di aprile”
Va detto in ogni caso che agosto, da sempre, è un mese “strano”. “Il mese di agosto – spiega Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto – è tradizionalmente poco rappresentativo perché troppo condizionato dal ‘chiuso per ferie’. Ma è evidente che se i numeri non fossero stati tirati su dalle auto-immatricolazioni di case e concessionari, obbligati dall’entrata in vigore delle nuove norme sull’Euro 6 D-Temp dal 1° settembre, il risultato del mese sarebbe stato ulteriormente negativo”.
Ottimista infine la previsione del centro Studi Promotor: “Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal nostro Centro Studi – spiegano – a fine agosto emerge comunque che nel corso del mese vi è stato un discreto sviluppo nell’acquisizione di ordini che, se dovesse continuare, potrebbe consentire l’avvio di una fase di moderato recupero nel secondo semestre dell’anno”.
Vincenzo Borgomeo, Repubblica.it