Il decreto sicurezza e i porti chiusi al centro della contesa
IL PREFETTO MORCONE DA CASERTA OGGI È CANDIDATO AL VIMINALE
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) «Il decreto Sicurezza bis a mio avviso va abolito. O quantomeno profondamente rivisto». Prima di tutto perché«in più punti è incostituzionale», secondo perché «non rappresenta la cultura e i valori del nostro Paese». Così scrive Alberto Ferrigolo per l’agenzia Italia: parole e pensieri del prefetto Mario Morcone (Caserta, 27 ottobre 1952), già capo di gabinetto del ministro Minniti, tra i candidati in pectore a sostituire il ministro dell’Interno Salvini al Viminale, ministero della sicurezza. Che a proposito di migranti e dei 98 naufraghi a bordo della Mare Jonio ha aggiunto: «Sono il direttore del Consiglio italiano rifugiati: qualcuno può pensare che lasci questa gente in mezzo al mare?» Ha detto a Il Fatto Quotidiano, che lo ha intervistato.
IL PREFETTO NON APPREZZA LA LINEA DI MATTEO SALVINI SUI PORTI CHIUSI
Morcone non condivide «assolutamente, ma stiamo scherzando?», esclama, la politica dei porti chiusi attuata dal precedente inquilino del ministero dell’Interno, tant’è che sui ministri Trenta e Toninelli che hanno firmato il divieto chiesto da Salvini ad accoglierli, dice chiaramente: «Non capisco perché i ministri Trenta e Toninelli lo facciano. Posso soltanto assistere e osservare». Insomma, «è un fatto noto che a suo tempo, nel 2017, con le Ong abbiamo concordato un codice di comportamento» sostiene Morcone, che precisa: «Un conto è un codice di comportamento, un altro è il decreto sicurezza bis, che prevede addirittura la chiusura dei porti con un decreto interministeriale». La posizione che lui ha condiviso allora è quella del confronto con le Ong su un sistema di regole giuste, «che consentissero loro di svolgere la missione umanitaria», sottolinea, secondo schemi riconoscibili sul piano del diritto internazionale. E rispetto a questi mesi recenti, dice con chiarezza: «Ho l’impressione che si sia voluto esagerare, immaginando di alimentare e ottenere il consenso, ma pensiamo solo alla chiusura dei porti: ha dei riflessi molto discutibili, non soltanto sotto l’aspetto costituzionale, ma anche sotto quello dei trattati internazionali».
SI SCHERMISCE SULLA CANDIDATURA ASPETTANDO MATTARELLA E CONTE
Quanto a un suo eventuale ruolo di guida del Viminale si limita solo a dire: «Penso che esistano persone più autorevoli di me, candidate per quella posizione, ma comunque sono certo che siamo solo alla fase delle schermaglie. Aspettiamo le decisioni del presidente Mattarella e del premier incaricato, Giuseppe Conte. Per me, quello che importa, è che nasca un nuovo governo per il bene di questo Paese. Sono un europeista convinto». Una sintesi del suo curriculum. Morcone neolaureato in giurisprudenza era entrato a far parte dell’amministrazione civile come consigliere di prefettura. Dopo vari incarichi, nel luglio 1992 è capo della segreteria del ministro dell’Interno Nicola Mancino. Nominato prefetto di prima classe nel 1993, in questo ruolo è stato prima a Rieti, poi ad Arezzo (dal 1995 al 2000). Poi all’estero: dal settembre 1999 nell’ambito della missione delle Nazioni Unite in Kosovo e a Kosovska Mitrovica città al confine tra Serbia e Kosovo, dove ha lavorato per l’ONU amministrando il territorio in una situazione molto conflittuale tra le forze in campo. Nel 2000 il ritorno in Italia: nominato direttore generale dell’amministrazione civile al Ministero dell’Interno, dal 2001 al 2006, e, successivamente, capo dipartimento dei vigili del fuoco e nel 2006 capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione: in questo ruolo Morcone ha portato avanti un programma di informatizzazione delle procedure per l’immigrazione regolare.Dal 26 febbraio al 29 aprile 2008 è commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune di Roma dopo le dimissioni di Walter Veltroni, col conferimento dei poteri spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco. Nel 2010 è direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
DAL 2018 È DIRETTORE DEL CIR, CONSIGLIO ITALIANO DEI RIFUGIATI
Nel marzo 2011 è candidato a sindaco di Napoli, con una lista civica sostenuta da Partito Democratico e SEL, ma non accede al ballottaggio, superato da Luigi De Magistris (IdV) e da Gianni Lettieri (PdL). Nel giugno 2011 viene sostituito all’Agenzia beni confiscati e destinato all’incarico di ristrutturazione della rete delle prefetture italiane. Durante il governo di Mario Monti è capo di gabinetto del ministro Andrea Riccardi. Dal giugno 2014 è di nuovo Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione presso il Ministero dell’Interno. Il 26 giugno 2018 viene nominato direttore del CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati. Morcone è sposato con Anna Paola Porzio, anche lei prefetto, con due figli.