La storia di Mimmo Lucano e di Riace diventa un film che parla dell’accoglienza
GIANNI SPERTI IL BALLERINO E GURU DI “UOMINI E DONNE”
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Gianni Sperti, noto ballerino, è nato il 12 aprile 1973 a Manduria, ex Casalnuovo, un comune della provincia di Taranto, in Puglia (nel Salento settentrionale, noto come “Città del Vino Primitivo”). Si è raccontatoi n una lunga intervista a ‘Panorama’. È anche opinionista di ‘Uomini e Donne’ e ha parlato del suo rapporto con Maria De Filippi e Tina Cipollari, del caso di Sara Affi Fella e della decisione di non parlare della sua vita privata. Inoltre, ha replicato alle voci sulla sua presunta omosessualità. «Anche se lo fossi non è un argomento che fa notizia, gli outing forzati non mi sono mai piaciuti. […] Sui social mi corteggiano in egual modo e misura sia gli uomini che le donne e spesso in maniera parecchio hard». Sperti, poi, ha parlato dell’abitudine di controllare i telefoni dei concorrenti di ‘Uomini e Donne’ dicui non si fida: Gianni tiene a che venga rispettato il lavoro di tutti coloro che si attardano fino a notte fonda per montare le riprese esterne e assicurarsi che sia tutto perfetto… «Quando intuisco la presa ingiro mi arrabbio». In tema di prese in giro, il pensiero corre subito al caso di Sara Affi Fella: «Cosa mi infastidì di più? Il fatto che abbia architettato tutto una ragazza di 21 anni e la complicità della famiglia. L’ho trovato sconvolgente. […] Non mi sono mai arrivate le sue scuse. Su Instagram fui il primo defollow. Forse si è infastidita perché in trasmissione ho inveito contro il pubblico che dà troppa importanza a personaggi come lei. In poche ore perse circa 300 mila follower. Ai tronisti dico sempre: ‘Non prendere in giro il pubblico perché l’etichetta vi resta attaccata a vita’». Ogni giorno lavora fianco a fianco con Maria De Filippi. Sperti ha dettodi provare”stima eaffetto” perlei.Inoltre, lareputa”una psicologamancata”.Non dimenticherà mai il fatto che la conduttricegliabbia tesolamano in un momento difficile, permettendogli di intraprendere l’esperienza a ‘Uomini e Donne’: «Maria mi ha dato una possibilità nel momento più difficile della mia vita:pensavo di non contare nulla e di essere inferiore agli altri, lei mi ha dato la possibilità di esprimermi». Anche con Tina Cipollari c’è una bella amicizia: «Lei ha una visione diversa dalla mia, s’infiamma con poco, è più istintiva nel giudizio mentre io do la possibilità di esprimersi». Infine, ha spiegato perché preferisce non sbilanciarsi mai troppo sulla sua vita privata. Nonostante sia un personaggio pubblico e entri ogni giorno nelle case degli italiani, ritiene che alcune cose non debbano essere date in pasto ai media: «La gente è giustamente curiosa e sono felice che lo sia però ci sono alcune cose che devono restare nella sfera intima: sono stato letteralmente travolto dal gossip dopo la separazione (da Paola Barale, ndr)e ci sono voluti anni per superare il trauma. Ora sono single e sto bene con me stesso».
QUEL DOCUMENTARIO SU RIACE “LA PASSIONE SECONDO MIMMO”
Al Wanted Clan diMilano Esilio, ‘La passione secondo Mimmo” di Maurizio Fantoni Millella, il documentario che racconta la storia dell’ex-sindaco di Riace, Domenico Lucano. Antonio Maria Mira su Avvenire: “Un film che racconta Riace, il suo modello di accoglienza, attraverso l’ex sindaco Mimmo Lucano. E lo fa partendo dal momento più difficile”. Sono approdato a Riace – dice il regista, usando un verbo evocativo – nel momento in cui gli erano stati convertiti gli arresti domiciliari in una sorta di condizione di esilio (l’obbligo di dimora fuori Riace, ndr)che, secondo me, è ancora più odiosa e angosciante. Ho percepito questa angoscia e l’ho fatta mia. Non era possibile tacere. Io ho reagito con questo. Le prime parole di Lucano, all’inizio del film, rappresentano bene questo momento. «Sono stanco. Non ho la speranza che possano cambiare le cose». Sembra una dichiarazione di resa. Seguono le immagini del paese, come abbandonato. Parla una donna di Riace. «Il paese si è svuotato. Alle giostre vedevi i bambini con le mamme, oggi nessuno. Non ci hanno mai dato fastidio. È finita così». Fantoni Minnella racconta Mimmo ‘u curdu. «Sono stati scritti fiumi di parole su di lui. Io ho voluto fare un film sull’uomo Lucano, con le sue contraddizioni, con la sua utopia realizzata, che non si concretizzava nel mondo intero ma nel microcosmo di Riace, anche perché lui non aveva e non ha nessuna intenzione di andarsene».