Anche i migliori sbagliano, ma spesso non amano ammetterlo. Bill Gates però non appartiene a questa categoria di persone. In una recente intervista, il fondatore di Microsoft non ha avuto dubbi sul più grande errore della propria vita professionale: non essere riuscito a far sviluppare alla propria azienda il più importante sistema operativo mobile, lasciando così lo scettro ad Android e Google. Gli anni decisivi in cui si è giocata questa partita risalgono ormai a oltre un decennio fa con il debutto del primo iPhone dotato di iOS nel 2007 e quello di Android l’anno successivo. L’acquisizione da parte di Mountain View nel 2005 era stata realizzata proprio con l’obiettivo di rispondere agli impegni di Windows sul lato mobile, come rivelò anni dopo l’allora Ceo di Google Eric Schmidt. L’azienda fondata da Gates stava infatti già sviluppando dall’inizio del nuovo millennio la sua piattaforma Windows Mobile che sarebbe stata poi soppiantata da Windows Phone nel 2009.
Le ragioni del flop di Windows Phone
Ma nonostante il colosso di Redmond fosse partito in tempo nella corsa al mobile, è stato rapidamente surclassato dai due diretti concorrenti fino a diventare pressoché insignificante sul mercato, tanto da annunciarne il tramonto definitivo nel 2017. Gates ha elencato anche alcune cause di questo fallimento: da una parte i problemi con l’Antitrust legati a indagini per comportamenti anticoncorrenziali dell’azienda che in quegli anni tolsero molte energie e tempo ad altri progetti. Dall’altra l’errore nella selezione delle persone giuste per sviluppare un sistema operativo mobile. Ma con ogni probabilità le questioni non si limitarono solo a quelle elencate dal fondatore di Microsoft. All’epoca, alla guida dell’azienda c’era Steve Ballmer, celebre per aver sbeffeggiato l’iPhone perché privo di una tastiera fisica. Non proprio un estimatore della prima ora degli smartphone, insomma. E allo stesso tempo Gates si stava defilando dalla vita aziendale con l’abbandono della carica di Chief software architect: forse non sarebbe finita molto diversamente, ma un coinvolgimento di Gates magari avrebbe potuto cambiare l’andamento delle cose.
Enrico Forzinetti, Corriere.it