Il motociciclista, ex di Belen, fa il romantico a cena con Giulia De Lellis
COME RICORDARE NONNA PEPPA LA DONNA PIÙ ANZIANA D’EUROPA
(di Cesare Lanza per Il Quotidiano del Sud) Oggi vorrei, per una volta, occuparmi di una straordinaria persona ultra-ultra centenaria. Con la raccomandazione, che rivolgo al sindaco di Poggio Imperiale,il paese dov’era nata, e/o a quello del relativo capoluogo di provincia, Foggia, di intitolarle per ricordo una strada. Scrivo di Maria Giuseppa Robucci (1903-2019), nota come nonna Peppa, la donna più anziana d’Europa. È morta all’alba di due giorni fa, nella stessa casa dove era nata 116 anni e 90 giorni prima. Tra i molti che l’hanno commemorata, il più coinvolgente e lucido mi è sembrato Michelangelo Borrillo. Perché ha fissato, in parte, ciò che è successo in Italia durante quella lunghissima esistenza: «Quando nasceva, il governo italiano era guidato da Giuseppe Zanardelli. Solo qualche mese dopo, nell’ottobre del 1903, sarebbe arrivato il secondo mandato di Giovanni Giolitti. E al Vaticano c’era Papa Pio X. Nonna Peppa era nata quando le ferrovie italiane non erano ancora di Stato e la Juventus non aveva ancora vinto uno scudetto (solo Genoa e Milan si erano laureati campioni d’Italia di calcio). A Poggio Imperiale, ai piedi del Gargano, la conoscevano tutti, dopo che nonna Peppa aveva gestito per decenni il bar del paese assieme al marito Nicola Nargiso, morto nel 1982. Giuseppina ha avuto 5 figli, tre maschi (il più grande ha 90 anni) e due femmine, 9 nipoti e 16 pronipoti, la più piccola di 5 anni che vive a Bologna. Fino a 100 anni non ha mai avuto problemi di salute: a 111anni, nel 2014,venne operata al femore dopo una brutta caduta e nel 2017 subì un altro intervento, al seno. Il segreto della sua longevità, come usava rispondere alla domanda che più spesso le veniva fatta, è sempre stato uno: “Mangiare poco e sano”». Ricordiamola, vi prego,col titolo di una strada o con un convegno (e un premio) annuale su un tema fondamentale:l’importanza della vita.
VALERIA GOLINO RECITA IN GRECO IN UN FILM DI COSTA-GRAVAS
Valeria Golino (nata a Napoli il 22 ottobre 1965) è figlia di un germanista italiano e di una pittrice greca di origini in parte francesi ed egiziane.È cresciuta tra Atene e Napoli. Molti anni fa, la intervistai a Roma (bellissima, fascinosissima) in un pomeriggio per me indimenticabile. Oggi, leggendo “Il Fatto”, ho appreso che in “Adulti in una stanza”, il prossimo film di Costa-Gravras, che reciterà finalmente in greco. Evviva: sono certo che sarà un film di particolare bellezza.
IANNONE, SECONDO GOSSIP, FLIRTA CON GIULIA DE LELLIS, EX DAMANTE
Andrea Iannone è un ottimo motociclista, noto anche e forse soprattutto per la storia d’amore con Belèn Rodriguez. Oggi si è saputo che Andrea (Vasto, 9 agosto 1989) e Giulia De Lellis avrebbero una relazione. A pizzicarli insieme, durante una romantica cena a due, il giornalista Gabriele Parpiglia. Lei, romana di Ostia (15 gennaio 1996),influencer con milioni di followers, conta su una notorietà esplosa nei programmi di Maria De Filippi, dove si legò ad un altro Andrea, il dj Damante.
LETTERATURA DELL’IMMI GRAZIONE, È SCOMPARSO ARMANDO GNISCI
Armando Gnisci, grande critico letterario, era nato il 27 febbraio 1946 a Martina Franca, in terra di Otranto. È scomparso a Roma quattro giorni fa, lunedi 17 giugno. Solo critico? No! Storico. Scrittore. Docente di Letteratura comparata alla Sapienza di Roma dal 1983 al 2009. Nel 1999, Medaglia d’Onore della Facoltà di Lettere dell’Università di Belgrado. Nel 2010, Medaglia alla Resistenza linguistica, a Roma. In ambito accademico-universitario, Gnisci è autoredel Manuale storico di letteratura comparata (Meltemi 1997), Introduzione alla Letteratura comparata (Bruno Mondadori, 1999), Dicosa parliamo quando parliamo di letteratura comparata (Bulzoni, 2009), La letteratura del mondonel XXI secolo (Bruno Mondadori, 2010). Gnisci ha insegnato all’Università Iuav di Venezia e poi ha ottenuto la cattedra già citata alla Sapienza fino al 2009, quando si è dimesso volontariamente per dedicarsi alla scrittura.Ha pubblicato una quarantina di libri e i suoi scritti sono stati tradotti in tredici lingue, compresi il cinese e l’arabo. Nel 2012 l’Academia Europea di Londra lo ha proclamato ordinary member. È stato il primo studioso a segnalare l’esistenza nascente di una letteratura italiana della migrazione e della mondializzazione con il libro Il rovescio del gioco (Carucci, 1992). Il suo ultimo libro è Via della Transculturazione e della Gentilezza, Roma, Ensemble, 2013. Gnisci ha raccontato così l’origine della sua passione per la letteratura della migrazione, nel 1991: “Dovevo andare a tenere lezioni e conferenze aTunisi e pensai che sarebbe stato opportuno non andarea parlare di Dante o di altri autori italiani o di letteratura comparata,ma di qualcosa che ci riguardasse, italiani e tunisini. Avendo letto per curiosità due libri appena usciti, scritti da immigrati in Italia in italiano (Salah Methnani, tunisino, Immigrato e Pap Khouma, senegalese, Io,venditore di elefanti) e uno di Tahar Ben Jelloun, scrittore noto, marocchino che scriveva e scrive in francese, Dove lo Stato non c’è, pensai di tenere la conferenza all’Istituto italiano di cultura, su questi libri della migrazione verso nord attraverso il Mediterraneo. Da lì nacque il volume Il rovescio del gioco, che uscì nel’92.E da lì nacque il mio interesse non episodico per quella che poi chiamai “letteratura della migrazione”. E ancora: “Posso dire che questa passione è stata anche una vera svolta nel mio cammino intellettuale… In Europa, la letteratura della migrazione ha ormai una tradizione consolidata: basti pensare,in Francia, a Tahar Ben Jelloun, o in Inghilterra, a Rushdie e Kureishi. In Italia, questo fenomeno si è affermato in ritardo ed è ancora in fase di maturazione. Su tale ritardo ha certamente influito l’assenza nel nostro paese di una storia coloniale paragonabile, per durata e controllo culturale, a quella degli altri paesi europei.”