Imbottigliava vino Barolo con l’etichetta Docg ma in realtà la produzione avveniva in uno stabilimento situato in un’area non riconosciuta dal Disciplinare di Produzione del vino piemontese di Denominazione di origine controllata e garantita. Per questo il titolare di un’azienda ubicata in provincia di Cuneo è stato condannato a sei mesi di reclusione e a 6mila euro di multa 6.000,00 di multa per contraffazione di Indicazioni Geografiche Tipiche e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Il Tribunale ha inoltre disposto la confisca e distruzione dei Contrassegni di Stato e registri di cantina, sottoposti a sequestro nel corso delle indagini preliminari, nonché di 258 ettolitri di vino atto a diventare barolo DOCG di varie annate, 692 bottiglie di vino falsamente attestato barolo DOCG, per un valore complessivo di 270.000 euro. Si tratta della prima condanna di un viticoltore per violazione delle norme del disciplinare di produzione, introdotte dagli stessi produttori per qualificare e valorizzare i prodotti di quell’area geografica. La sentenza scaturisce da un’indagine dei Nas Carabinieri di Alessandria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, a seguito di controlli sulle operazioni di vinificazione di uve nebbiolo delle vendemmie 2013, 2014, 2015 e 2016. In particolare ad avvenire al di fuori del territorio del barolo erano le operazioni di deraspatura, pigiatura, fermentazione e pressatura che venivano eseguite te presso un altro stabilimento dell’azienda.