C’è attesa per la convocazione ufficiale del consiglio dei ministri, che sarebbe teoricamente in programma per oggi. Una riunione che si preannuncia molto tesa, dopo le parole di rabbia di Matteo Salvini per lo sbarco in diretta tv dei migranti dalla Sea Watch a Lampedusa: “Chi ha dato l’ordine ne dovrà rispondere”, ha detto ieri sera, “magari qualche collega di governo”. Poi se l’è presa con i magistrati. E questa mattina ha attaccato a Coffe break su La7: “Ad oggi sono orgoglioso che rispetto ai 10 mila sbarchi dello scorso anno siamo a quota mille. Mi spiace che questo crei uno scontro politico: vale per Renzi come per Di Maio che più o meno dicono le stesse cose in questi giorni ma io continuo a fare il mio lavoro”. E insiste: “I problemi sono i no e in questo periodo dal M5s, in sintonia con il Pd di Zingaretti, ci sono stati diversi no: flat tax, cantieri. Penso sia la campagna elettorale”.
l ministro dell’Interno tiene dunque il punto su migranti e decreto Sicurezza bis, da portare in consiglio dei ministri. Quest’ultimo provvedimento conterrà “aggravanti per chi aggredisce i poliziotti”, dice il leader leghista rifacendosi agli scontri di ieri sera a Firenze durante una protesta contro di lui. Ma anche “norme contro gli scafisti”, anticipa ancora il vicepremier leghista.
Nella riunione del cdm dovrebbero essere discusse anche le ulteriori misure a sostegno delle famiglia, annunciate dai cinquestelle: “Contrastare camorristi e scafisti non è in contrasto con l’aiutare le famiglie – ha detto ancora Salvini a Non è l’Arena – si possono fare entrambe le cose. La vera emergenza di questo Paese è abbassare a tutti le tasse al 15%. Abbiamo gli imprenditori migliori al mondo, gli operai migliori al mondo, togliamo un po’ di tasse e burocrazia e saremo noi a insegnare a tedeschi e francesi come si fa impresa”.
Rinviare il cdm a dopo le europee potrebbe servire ad evitare un ulteriore scontro, proprio in vista del voto. Voto che, ormai, più che essere proiettato sui futuri assetti del Parlamento europeo, ha assunto una dimensione molto nazionale, con i riflettori puntati sulle percentuali che incasseranno Lega e M5s. nonostante sia Di Maio che Salvini ribadiscano in ogni occasione che non vi è alcuna intenzione di far saltare il banco resta l’incognita sulle future sorti del governo, la cui tenuta potrebbe essere messa a dura prova. Come farebbero intendere anche le parole del sottosegretario e numero due della Lega Giancarlo Giorgetti che, in un’intervista alla Stampa, ribadisce che “Conte non è più sopra le parti” e che il M5s fa opposizione alla Lega: “In una squadra che affronta sfide così complesse o c’è affiatamento o i risultati non vengono più, anzi sono contro producenti per tutti”.
In questa ultima settimana di campagna elettorale, per consentire a tutti i parlamentari di partecipare alle varie iniziative sul territorio, resteranno chiusi sia la Camera che il Senato, con l’unica eccezione delle commissioni impegnate nel decreto Sblocca cantieri e del decreto Crescita.
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