Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato che il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, sarebbe un candidato idoneo a diventare il prossimo presidente della Banca centrale europea dopo la scadenza del mandato di Mario Draghi a novembre. In un’intervista pubblicata oggi in apertura del sito di Handelsblatt, Juncker ha descritto Weidmann come un esperto banchiere centrale e ha sottolineato di non essere d’accordo con l’opinione “dell’Europa meridionale” secondo cui un tedesco non dovrebbe diventare il prossimo capo della banca centrale dell’Eurozona.
Oltre a Weidmann, sono in corsa per gli uffici di Francoforte anche i governatori delle banche centrali francese e finlandese, Franois Villeroy de Galhau e Olli Rehn. Inoltre, il membro del consiglio della Bce Benoit Coeure è un altro candidato per sostituire Draghi. Nel frattempo, all’inizio di quest’anno, il board della Bundesbank ha deciso di prorogare il mandato di Weidmann per altri otto anni, ponendolo in tal senso in pole position come candidato per assumere la posizione di guida della Bce.
Juncker ha comunque bacchettato nell’intervista anche la Germania, infatti “i tedeschi amano lamentarsi degli italiani. Ma loro stessi hanno violato il patto di stabilità 18 volte, sì, le ho contate, e continuano a farlo”. Il presidente della Commissione Ue ha poi aggiunto che “è vero che debiti e deficit sono crollati in Germania, ma il Paese non ha ancora sotto controllo i suoi sbilanciamenti macroeconomici, nello specifico il suo eccessivo disavanzo. Tuttavia il problema-chiave degli europei non è questo. È che non ci amiamo gli uni con gli altri”.
Ed ecco che Juncker ha puntato il dito su Paesi Bassi, Austria “e troppo spesso la Germania” stanno impedendo un’integrazione più profonda della zona euro. E anche se il presidente francese Emmanuel Macron ha spinto per ampie riforme dell’Eurozona, ha tuttavia incontrato la resistenza dei Paesi del nord Europa, che non amano per nulla le economie più deboli del Sud”.
E quindi “non vi sarà alcun progresso dell’unione monetaria perché Paesi Bassi, Austria e troppo spesso la Germania si frappongono quando si tratta di solidarietà nell’azione e di responsabilità congiunta”, ha detto Juncker. “Tuttavia, anche se la Germania non pare ancora pronta, molti politici tedeschi vogliono fare progressi in questo campo”, ha aggiunto nell’intervista.
Alla domanda se i cosiddetti Eurobond, o il debito emesso congiuntamente per i membri della zona euro, siano attesi a un certo punto, Juncker ha risposto: “Sì, ma in un’altra forma e con un altro nome”. Il presidente della Commissione, ha poi rifiutato di parlare dei colloqui di fusione falliti tra Deutsche Bank e Commerzbank . “Ma nessuno può affermare che tutto sia roseo nel settore finanziario tedesco”, ha specificato.
Elena Dal Maso, Milano Finanza