Roma la più tartassata
Anche se per il momento i comuni, in generale, si stanno muovendo con grande cautela, parliamo comunque di tributi che si fanno sentire sul bilancio delle famiglie. Già nel 2018, tra Imu, Irpef comunale e Tari, ogni nucleo familiare ha speso in media 1.340 euro. In particolare, per l’Imu, che colpisce le seconde case, l’esborso e stato di 814 euro, per le addizionali Irpef di 224 e per la Tari di 302 euro. Roma è la più tartassata, con un prelievo medio di 2.267 euro a famiglia, seguita da Torino con 1.952 euro, Genova con 1.923, Milano con 1.888 e Napoli con 1.791 euro. Complessivamente, nelle casse dei comuni sono entrati nel 2018 ben 34,3 miliardi di euro, di cui 21 per l’Imu, 9 per la Tari e 4,6 per l’addizionale Irpef. Su questa situazione si innesta lo sblocco. Che preoccupa il sindacato. «Se il buongiorno si vede dal mattino, c’è una ripresa ad aumentare la pressione fiscale e non c’è da stare allegri», dice Ivana Veronese, segretaria confederale Uil. Il contrario rispetto alle richieste delle parti sociali, che vogliono «un taglio delle tasse per rilanciare il potere d’acquisto», aggiunge il leader della Uil, Carmelo Barbagallo.
Aumenti Irpef in 250 comuni
Ma vediamo più da vicino come si stanno muovendo i comuni. Tra i 250 che hanno già aumentato le addizionali Irpef ci sono due città capoluogo, Avellino (da 0,7 a 0,8%) e Barletta (ha rialzato le diverse aliquote in rapporto agli scaglioni di reddito) mentre altre due, Mantova e Rimini, hanno abbandonalo l’aliquota piatta (rispettivamente 0,4 e 0,3%) per le aliquote progressive fino allo 0,8%. Molte città non hanno potuto invece ritoccare le aliquote perché sono già al massimo previsto per legge. Tra queste, Roma, Milano, Torino, Bari e Venezia. Passando alla Tari, la rilevazione Uil sui 54 capoluoghi dice che 24 hanno aumentato la tassa sui rifiuti, 18 l’hanno diminuita e 12 lasciata invariata. Forti rincari a Imperia (+15,7%), Pisa (+8,9%), Trieste (+6,9%), Padova (+6,2%), Udine (+5,9%). Aumenti anche a Napoli (+3,1%), Genova (+0,8%) e Torino (+0,7%). Diminuisce invece del 22,2% ad Arezzo, del 5,8% a Cesena, del 4,1% a Grosseto, del 3,1% ad Ascoli, del 3% a Ragusa, del 2,6% a Venezia e dell’1,5% a Firenze e Cagliari. Resta uguale a Roma, Milano, Bologna e Bari. Infine, l’Imu. Salgono alcune aliquote in 4 capoluoghi: Avellino, Torino, La Spezia e Pordenone. Scendono a Firenze, Grosseto e Pavia. Ma la tassa sulle case è la meno toccata. Aumentarla fa perdere voti.
Enrico Marro, Corriere della Sera