Le altre chiusure
Una chiusura data ormai per certa ad oltre il novanta per cento, con conseguenti 34 licenziamenti delle persone che lavoravano nella boutique di via Condotti: 740 metri quadri di collezioni monomarca, nel cuore di Roma da 15 anni, distribuiti su due piani di un edificio del XVIII secolo. La comunicazione è arrivata al sindacato direttamente dall’azienda, con i lavoratori già in agitazione: il futuro per gli addetti alle vendite della lussuosa griffe è, infatti, più che mai incerto. Una vera e propria incognita l’occupazione così come per i colleghi dei negozi di Fiumicino, in 9 sull’orlo del licenziamento causa chiusura del punto vendita del Terminal 1. «In discussione sembrerebbe anche almeno una boutique di Castel Romano.
Anticipo di Brexit
«Quella di Burberry è una vera e propria “Brexit” e a farne le spese saranno i lavoratori – denuncia Francesco Iacovone del Cobas nazionale – . Una vera e propria beffa soprattutto per quelli che per anni nel negozio di via dei Condotti hanno dovuto subire vere e proprie vessazioni tra videosorveglianza e perquisizioni». E dalla griffe inglese fanno sapere che «la decisione di Burberry non ha nulla a che vedere con la Brexit e non implica alcun effetto su altri punti vendita di Burberry nella Capitale. Chiuderemo lo store entro la metà di maggio, ma teniamo ad essere presenti a Roma e stiamo lavorando per trovare una nuova location per il nuovo store. Sfortunatamente, a seguito della chiusura di via dei Condotti, i dipendenti saranno a rischio licenziamento. Tuttavia, stiamo lavorando a stretto contatto con loro per guidarli nelle fasi successive».
Lilli Garrone, Corriere della sera