Perquisizioni in corso
Sono tuttora in corso numerose perquisizioni a casa delle persone arrestate e anche di altre indagate che facevano parte della banda. Il giro di denaro collegato agli usurai era particolarmente elevato come anche quello delle vittime, terrorizzate perché non riuscivano a pagare le rate dei debiti.
Le vittime
Numerose le vittime della banda che praticava interessi fino al quindici per cento a settimana con una sanzione del 20 per cento per ogni ritardo nei pagamenti. Che comunque venivano accompagnati da minacce esplicite di conseguenze fisiche alle vittime e ai loro familiari: “Ti scanno”, “ti vengo a prendere a casa”, “ti Insegno come si sta il mondo”. Al vertice dei tre gruppi di usurai che gestivano gli affari c’erano altrettanti capi, un pregiudicato calabrese di 53 anni e due romani incensurati di 56 e 51, con un contabile di 55 anni e un mediatore di 54 che si occupava, prima da vittima e poi come appartenente del gruppo, a tenere i contatti con altri commercianti in debito sia a Roma sia ad Anzio-Ardea e Tivoli. Con un altro gruppo di persone che aveva invece il compito di recuperare anche con minacce e violenza i crediti insoluti.
Rinaldo Frignani, Corriere.it