Per i muovi modelli il gruppo statunitense torna alle origini: Free RN 5.0 e Free RN Flyknit 3.0 consentono ai piedi di flettersi, estendersi e muoversi in piena libertà. E si riallacciano agli esordi del 2004
Nel 2001 i designer di Nike notarono che la squadra di atletica dell’università di Stanford correva a piedi nudi durante gli allenamenti. Incuriositi dall’idea, iniziarono a approfondirne l’aspetto scientifico. Ciò che ne emerse, spiegano dalla casa di Beaverton, fu sorprendente: correre a piedi nudi consente al piede un movimento molto più naturale e più flessibile. Nel tempo migliora l’equilibrio generale, nonché la forza e la flessibilità del piede.
Nel tentativo di replicare il più possibile il movimento del piede nudo, i designer del colosso elaborarono un prototipo della scarpa da running con i tacchetti in silicone di una mescola sottile e leggera, sfornando una scarpa più simile a una calzatura da ballo.
Gli esperti pensarono che anche l’allenatore degli Stanford sarebbe stato d’accordo sul proteggere i propri atleti da eventuali cadute su un legnetto o un sasso e su qualcos’altro, assicurando al contempo un movimento dei piedi molto naturale.
All’inizio non c’erano obiettivi commerciali per questo nuovo prototipo ma alcuni manager di Nike decisero di provare a lanciare sul mercato qualcosa di simile, mettendo al lavoro i designer su una scarpa che funzionasse da strumento a supporto del miglioramento delle prestazioni complessive nel running. I primi progetto si ispirarono anche ai serpenti giocattolo in legno: sono fatti a spicchi proprio per permettere di simulare il movimento. Anche la suola fu quindi realizzata a spicchi per creare un movimento più fluido e dinamico. I designer sperimentarono poi delle lamelle a blocchi della schiuma e dei materiali superiori della scarpa. E soprattutto capirono che orchestrando in modi particolari le lamelle longitudinali lungo l’avampiede, il piede degli atleti avrebbe reagito in modo diverso a seconda dei differenti pattern e delle varie profondità delle stesse.
Alla fine, le prime Nike Free – nei modelli da running e training da uomo e da donna, nella versione 5.0 – vennero presentate nell’autunno 2004, quindici anni fa. Poi del tutto riprogettate dieci anni più tardi, in risposta a una nuova ricerca che mostrava come i piedi non si muovano in modo perfettamente lineare quando corrono, ma tendono a rotolare leggermente quando toccano il terreno (senza mai formare due curve uguali). La suola venne ridisegnata con una trama a scanalature flessibili esagonali che garantiva una flessibilità multidirezionale.
Così, per tornare alle origini e riagganciarsi a quei pionieristici studi, Nike lancia due nuovi modelli della Free Running Collection 2019. Una linea con elementi di design che, in sostanza, accentuano la sensazione di trovarsi a piedi nudi. Le nuove scarpe – la Nike Free RN 5.0 e la Nike Free RN Flyknit 3.0 – consentono ai piedi di flettersi, estendersi e muoversi in piena libertà.
Nel dettaglio, il primo modello è più flessibile del 26% e la suola di 2 millimetri più vicina al suolo, mentre il secondo ha la suola più bassa di 1 millimetro rispetto ai modelli dell’anno scorso. Insomma, una progettazione pensata all’origine per sfoggiare una forma ancora più anatomica rispetto ai modelli da corsa tradizionali. Concepite per gli allenamenti e le corse a chilometraggio ridotto, l’imbottitura in schiuma della nuova intersuola di entrambi i modelli è più solida – per i più fedeli, più vicina appunto a quella del modello originale del 2004, per promuovere una sensazione simile a quella dei piedi nudi – e insomma più piatta e più vicina alla terra. Significa più connessione col terreno e maggiore libertà di movimento.
Inoltre, per aumentare la flessione plantare e del dorso, l’intersuola presenta una lamellatura lungo tutta la lunghezza della scarpa. I big data hanno dato una grande mano: sulla base della mappatura delle informazioni, le lamelle più profonde sono posizionate dove il piede si piega e allunga naturalmente, in modo da migliorare la sensazione di movimento e consentire un movimento del piede più naturale.
La tomaia minimale, una maglia a trama sottile con un sistema di allacciatura minimo per la Free RN 5.0 e una maglia in materiale Flyknit senza pizzo con una sovrapposizione di chiusura secondaria per la Free RN Flyknit 3.0 sono state infine progettate per migliorare la sensazione di seconda pelle delle scarpe. Anche l’estetica generale richiama gli studi approfonditi effettuati per le prime versioni, con alcune linee di design che si ispirano alla forma naturale del piede. Lo swoosh più piccolo simboleggia l’utilizzo della scarpa, adatta per correre un chilometraggio inferiore.
I due nuovi modelli di Nike Free Collection 2019 sono già disponibili su nike.com e negli store selezionati.
Simone Cosimi, Vanity Fair