Airbnb cresce con le donne: nel 2018 le host italiane hanno guadagnato 500 milioni di euro

Senza le donne non ci sarebbe Airbnb. Non ci sarebbe perché l’azienda si regge su numerose top manager “in rosa”, come Laura Chambers, mamma di tre figli e responsabile global della community host; ma non ci sarebbe neppure la comunità di host perché il 55% è donna. Solo in Italia sono più di 100mila e lo scorso anno hanno guadagnato oltre 500 milioni di euro (10 miliardi a livello globale), facendone guadagnare parecchi alla piattaforma di affitti temporanei.

“Il ruolo delle donne è fondamentale e Airbnb offre enormi opportunità a chi cerca di conciliare la propria vita privata, qualunque siano le esigenze, con un’attività professionale che può garantire buoni guadagni” spiega Laura Chambers direttamente dalla California: “Per le mamme, spesso, è difficile far fronte a tutto, in questo senso Airbnb permette di contribuire in qualche modo alla società e di avere un’interessante integrazione al reddito”.

Basti pensare che lo scorso anno il guadagno medio delle host di case in Italia è stato di circa 2.800 euro, ma il dato aumenta quando si parla di host di esperienze: nel 2018 hanno guadagnato in media 3.800 euro. Anche per questo, probabilmente, rappresentano il 51% degli host italiani. “Il caso delle esperienze è emblematico – prosegue la manager -. E’ nato proprio all’interno della comunità. Gli host, da soli, hanno iniziato a proporre ai loro ospiti servizi aggiuntivi: noi siamo arrivati a ruota per sostenerli ed aiutarli”.

Questo, in particolare, è il ruolo di Chambers: “Mi occupo di tutta la comunità, aiuto chi affitta la propria casa a farlo nel modo meno stancante e più efficiente possibile. Suggeriamo piccoli accorgimenti e forniamo, a chi lo chiede, alcuni strumenti come la cassetta delle chiavi per check in, ma è ancora più importante aiutare i viaggiatori a capire cosa devono aspettarsi dal loro soggiorno con Airbnb”. Capita che molti siano convinti di trovarsi in un albergo o in un bed&breakfast, “noi dobbiamo veicolare le giuste informazioni perché tutti siano soddisfatti della propria esperienza”.

La manager, poi, insiste sull’importanza della componente femminile all’interno della community di Airbnb: “Nella storia della piattaforma le donne hanno rappresentato costantemente la maggioranza degli host e ancora oggi continuano a guidarne la crescita”. A livello globale, le donne rappresentano il 55% degli host di case, ma in alcuni paesi la quota femminile è ancora più importante: per esempio in Nuova Zelanda (64% di host donne), in Australia (61%), nelle Filippine (60%) e in Sud Africa (59%).

“Che si tratti di affittare una casa o ospitare un’esperienza, grazie ad Airbnb le donne di tutto il mondo possono trovare una fonte supplementare di reddito e una nuova forma di sicurezza economica e d’indipendenza mettendo a frutto i propri spazi e le proprie passioni” aggiunge Chambers prima di sottolineare come l’attenzione alle diversità sia parte della cultura aziendale: “In molte aziende le donne temono di essere discriminate in quanto madri, in Airbnb ho avuto ogni tipo di supporto possibile. Questo è l’atteggiamento che fa la differenza”.

Giuliano Balestereri, Business Insider Italia

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