Un tribunale brasiliano ha condannato l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva a ulteriori 12 anni e 11 mesi di carcere sempre con l’accusa di corruzione, nel caso specifico di aver accettato doni e regalie (in particolare una casa colonica) dal gruppo di costruzione OAS, coinvolto in un’ampia rete di mazzette Lula, in prigione dalla scorsa primavera, nega tutte le accuse dicendo di essere un perseguitato politico e di essere stato condannato solo per eviitare che si candidasse alle elezioni (che, secondo i sondaggi avrebbe potuto vincere) e porta a dimostrazione della sua tesi il fatto che il giudice che lo ha condannato, Sergio Moro, ha rassegnato le dimissioni per diventare ministro della Giustizia nel governo del neoeletto presidente Jair Bolsonaro. L’ex presidente, che sta scontando una pena di 12 anni, se l’è vista raddoppiare, a 24, da una nuova sentenza. E secondo la legge brasiliana, non uscirà prima dei prossimi otto anni.
Luciana Grosso, Business Insider Italia