Raffaele Cantone sembra pronto ad anticipare i tempi per l’addio all’Anticorruzione. La scadenza naturale del suo incarico è ad aprile del 2020, ma l’attuale numero uno dell’Anac ha presentato al Csm ben tre domande per concorrere ad altrettanti posti da procuratore. Insomma Cantone – che fu proposto da Renzi e votato all’unanimità dal Parlamento nella scorsa legislatura – sembra intenzionato a indossare nuovamente la toga. Il magistrato – che in Campania ha a lungo combattuto la camorra, occupandosi in particolare del clan dei Casalesi – ha scelto tre procure medio-piccole: Perugia, Torre Annunziata e Frosinone.
Naturalmente si sospettano motivi anche politici dietro la decisione. “I rapporti con il governo sono buoni, istituzionalmente corretti”, aveva detto nei mesi scorsi Cantone. Ma poi ci sono state tensioni sull’intenzione di Salvini di riscrivere il codice degli appalti. Così come Cantone non ha mai nascosto i suoi dubbi su alcune norme del ddl anticorruzione, in particolare sulla disposizione che in materia di appalti ha consentito di fare affidamenti diretti fino a centocinquanta mila euro: “È una norma pericolosa”, ha detto anche qualche giorno fa.
I tempi per le decisioni del Csm non saranno comunque brevi. Almeno per la procura di Perugia, dove ci sono altri 19 candidati (tra cui il capo della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli, il procuratore di Spoleto Alessandro Cannevale, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi e il pm napoletano Catello Maresca) bisognerà aspettare almeno 2-3 mesi.
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