Il professor Tarani Chandola della Manchester University, insieme a un team dell’Institute for Social and Economic Research at Essex University, ha verificato i dati biologici presi dagli infermieri da 6.025 partecipanti alla Household Longitudinal Survey, il più grande sondaggio di questo tipo mai realizzato.
Secondo la loro ricerca, appena pubblicata sulla rivista British Sociological Association Journal Sociology, né il lavoro da casa né quello flessibile hanno effetti benefici sui livelli di stress cronico delle mamme lavoratrici. C’è solo una soluzione: lavorare meno. Infatti solo la riduzione del numero di ore ha dimostrato di avere un impatto positivo.
I ricercatori hanno scoperto che i biomarcatori che indicano lo stress cronico erano del 40% più alti per le donne che lavoravano a tempo pieno mentre allevavano due bambini piccoli, rispetto alle donne che lavoravano a tempo pieno senza figli. Le donne che lavoravano a tempo pieno e allevavano un bambino avevano il 18% in più di stress rispetto alle donne senza figli.
«Il conflitto tra lavoro e famiglia è associato a un aumento dello stress psicologico», spiega Chandola, «e gli eventi stressanti ripetuti si traducono in stress cronico, che a sua volta influenza pesantemente la salute». Fino ad aumentare il rischio di morte.
Emanuela Griglie, La Stampa