Come successo con la prima versione di Angry Birds, gioco disponibile su Facebook. Nel 2012 un gruppo di genitori statunitensi ha chiesto al social network il rimborso dei soldi che i figli hanno speso involontariamente e senza la loro autorizzazione mentre giocavano. Facebook si è rifiutato ed è iniziata una causa legale. Ora un Tribunale americano sarebbe in possesso di documenti che inchioderebbero il colosso di Mark Zuckerberg alle sue responsabilità. Intanto, dopo il 2012, Facebook è corso ai ripari e ha modificato le politiche sui rimborsi.
Il Messaggero