Nike è ben posizionata per sperimentare una fase di rialzi in Borsa, perché i dati fanno pensare che abbia risolto il suo problema di inventario; l’ha detto un analista dopo aver esaminato in dettaglio i risultati finanziari della società relativi al Q2.
Il colosso delle calzature sportive ha pubblicato martedì 8 gennaio il suo report finanziario trimestrale completo, che negli Stati Uniti è chiamato “modulo 10-Q”. Gli highlight dei solidi risultati ottenuti – compreso l’ottimo andamento del brand Jordan e le vendite soddisfacenti a livello mondiale – erano stati anticipati il 20 dicembre.
“I dati del 10-Q di Nike danno un’ulteriore conferma dei risultati davvero notevoli che ha ottenuto nel Q2” ha scritto Brian Nagel, un analista di Oppenheimer, in una nota inviata mercoledì scorso. Nagel è convinto che il corso azionario di Nike salirà a 90 dollari per azione – contro gli 80,5 a cui il titolo era scambiato il 18 gennaio.
L’aspetto che risalta di più fra i dati finanziari di Nike è la riduzione del suo livello di inventario. Le cifre mostrano che l’incremento delle vendite dell’azienda ha superato stabilmente l’incremento dell’inventario di oltre l’8%. Poiché Nike sta vendendo più prodotti, è riuscita a incrementare il suo prezzo di vendita medio, il che secondo Nagel ha spinto al rialzo il suo margine lordo.
Il fatto che sia riuscita a ridimensionare l’inventario rappresenta una svolta per Nike. L’anno scorso ha quasi perso lo scettro del mercato delle calzature sportive perché aveva prodotto una quantità eccessiva delle sue scarpe di fascia alta, di conseguenza il suo noto brand Jordan era diventato troppo facile da trovare e meno cool. Adesso però sembra che le Air Jordan lo siano diventate di nuovo. Il Ceo Mark Parker a dicembre ha detto agli investitori che il marchio Jordan nel Q2 aveva registrato un tasso di crescita a due cifre nel Nord America, un driver di enorme rilievo ai fini dell’incremento del fatturato complessivo dell’azienda.
Un altro punto di forza per Nike è il mercato cinese. Le sue vendite all’ingrosso sono aumentate del 31% in Cina, al netto degli effetti valutari, mentre in altre regioni la percentuale è stata intorno al 10%. “Noi interpretiamo questa accelerazione delle vendite all’ingrosso in Cina come un segnale della fiducia dei retailer di quel Paese nei confronti sia dei nuovi modelli lanciati da Nike, sia dell’intero settore dell’abbigliamento sportivo in Cina” ha detto Nagel.
Il fatto che Nike stia acquisendo più slancio, secondo l’analista, traspare sia dalle vendite delle sue calzature che da quelle dei suoi capi di abbigliamento.
“Noi restiamo positivamente colpiti da Nike e dagli sforzi che sta facendo per capitalizzare in modo sensato un’infrastruttura digitale nuova e potenziata, per rafforzare il contatto con il consumatore e migliorare le capacità operative dell’azienda” ha commentato Nagel.
Il titolo Nike si è apprezzato del 20% negli ultimi 12 mesi.
Ethel Jhiang, Business Insider Italia