L’arrivo del brasiliano Paquetá al Milan e il ritorno in serie A del colombiano Muriel, prelevato dalla Fiorentina, sono i primi colpi del mercato di gennaio che parte oggi per terminare a fine mese, proprio come accade nelle altre leghe europee. I colpi più clamorosi e suggestivi, tanto per cambiare, non verranno però sparati nel nostro campionato. E di sicuro le trattative non raggiungeranno le cifre astronomiche dell’anno scorso, quando Coutinho passò al Barcellona per 160 milioni e Diego Costa all’Atletico Madrid per 60.
In Italia, nel cosiddetto “mercato di riparazione”, proprio perché è di riparazione, quasi mai vengono fatti investimenti esagerati, ma soltanto alcune piccole correzioni per colmare delle lacune. In che modo? Cercando delle offerte o delle occasioni proprio come si fa per i saldi invernali. Infatti da noi i grandi club di solito non spendono, le piccole vanno alla ricerca di prestiti e quasi nessuno fa l’affare del secolo.
A volte, però, a gennaio si possono pescare dal mazzo i jolly pesanti, in grado di dare una svolta alla stagione. A cercarle bene, le occasioni infatti si trovano. Quasi sempre in prestito però: è stato così per Salah alla Fiorentina, Nainggolan alla Roma e Barzagli alla Juventus, intuizione geniale di Beppe Marotta; senza dimenticare Rafinha, che all’Inter però non riuscirono a riscattare.
Certo, sono lontani i tempi in cui il Milan poteva permettersi il lusso di prelevare Desailly e confezionare la doppietta scudetto-Champions. Sempre il Milan però, qualche anno dopo, nel 1998, ebbe la malaugurata idea di cedere Edgar Davids ai rivali della Juve, senza sapere che stava regalando un altro diamante prezioso alla miniera tricolore di Marcello Lippi.
La Roma nel 2010 per poco non ci vince uno scudetto con un acquisto arrivato a gennaio. Luca Toni, fortemente voluto dall’allora presidentessa Rosella Sensi, arrivò in prestito gratuito dal Bayern Monaco trascinando i giallorossi verso l’epica rimonta sull’Inter del triplete, terminata però con il tricolore sfumato all’ultimo. Solo tre anni prima, nella stessa sessione arrivarono in Italia Ronaldo (il “Fenomeno” s’intende, che approdò al Milan dal Real Madrid per 8 milioni e segnò 7 gol in 14 gare), e il Matador Cavani, che Zamparini prelevò dal Danubio per soli cinque milioni.
Ma nella selva oscura del calciomercato invernale si nascondono anche tanti disastri. Per informazioni chieder all’Inter, che nel gennaio 2015 prese dall’Arsenal il tedesco Lukas Podolski ricavandone un gol in sei mesi. Si rivelò un fallimento pure lo spagnolo Josè Mari, costato 40 milioni al Milan nel dicembre 1999, mentre la Juve nello stesso anno ha sulla coscienza l’attaccante argentino Esnaider preso a 16 milioni. Ma evidentemente quello era l’anno delle bufale, o dei bidoni, perché la Roma di milioni ne spese addirittura 30 per il celebre Fabio Junior, presunto erede di Romario e Ronaldo. ‘Fabietto’, come lo avevano affettuosamente chiamato i tifosi giallorossi, ha girato senza gloria su tutti i palcoscenici di serie B del pianeta portandosi dietro il giudizio tombale di Zeman: ‘Non sa fare niente e non ha la minima voglia di imparare”.
Francesco Morrone, Repubblica.it