La cronaca nera ha avuto un posto di rilievo nel quotidiano «La Notte», creato dall’editore Carlo Pesenti e pubblicato dal 1952 al 1995. E il volume «Ultima Edizione Storie nere dagli archivi de La Notte» ne è la conferma. Il libro è nato come progetto di ricerca nel 2017 e arriva in libreria, grazie alle Edizioni Milieu (350 pagine – 39 euro). Il gruppo di lavoro è costituito da Alan Maglio, fotografo e artista, Luca Matarazzo, fotografo e fotoreporter, e Salvatore Garzillo, cronista di nera dell’Ansa. Con il sostegno professionale di archivisti e altri collaboratori, l’indagine attraversa diversi fondi di conservazione che riguardano il quotidiano milanese, che usciva ogni giorno con tre edizioni: alle 11 del mattino, alle 2 e alle 5 del pomeriggio. Al Centro Apice, che raccoglie i fondi bibliotecari più pregiati acquisiti dall’Università di Milano, i tre autori hanno avuto modo di studiare una parte significativa della produzione fotografica direttamente dai negativi realizzati dai reporter del quotidiano. I negativi, suddivisi in diverse categorie (dalle aggressioni e ferimenti alle rapine, dalla prostituzione alla droga, dagli incidenti ai reati vari), sono archiviati in piccole buste di carta, sulle quali sono dattiloscritti il titolo del fatto di cronaca, la data e il luogo, i nomi dei protagonisti. La selezione dei tre autori si è concentrata sui casi meno noti al grande pubblico, nel tentativo di valorizzare specifiche immagini che raccontano la quotidianità dei tempi. L’aspetto di luoghi e persone racconta i cambiamenti del tessuto cittadino di Milano attraverso decenni di grande e continua trasformazione urbanistica. Grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine, i fotoreporter dell’epoca raccontano i fatti in modo diretto e spesso senza filtri, pur restando poco conosciuti o addirittura non citati come autori delle immagini. La «Notte» sotto la direzione di Nino Nutrizio, dal 1952 al 1979, divenne un punto di riferimento per la cronaca milanese. Gli articoli erano scritti con un taglio asciutto e diretto, accompagnati da titoli ad effetto. E, come già detto, la cronaca nera ebbe un ruolo importatissimo. Ai cronisti furono affiancati i fotografi e le immagini che giungevano in redazione occuparono uno spazio sempre maggiore sulle colonne del quotidiano. Per la prima volta ai lettori erano mostrati, con tanta immediatezza, la scena del crimine, l’arma del delitto, il ritrovamento del cadavere e il volto dell’assassino. All’inizio la testata si appoggiò alle agenzie giornalistiche del tempo, poi dai primi anni ’70 costituì un gruppo di fotografi interni alla redazione. Per ogni servizio cercava di battere la concorrenza degli altri quotidiani con foto in esclusiva pubblicate il più rapidamente possibile. Grazie ad un ritmo di lavoro che non conosceva soste, nelle varie edizioni del giornale si potevano leggere aggiornamenti sui fatti accaduti nel corso della stessa giornata. Nell’ultima edizione, quella del tardo pomeriggio, non mancavano nuove fotografie che arricchivano i servizi già pubblicati nelle edizioni precedenti. Come detto, Nutrizio rimase direttore per 27 anni, fino al 1979. A lui seguirono Livio Caputo, Pietro Giorgianni, Carlo Palumbo, Cesare Lanza, Giuseppe Botteri e infine Massimo Donelli. L’avvento della grande informazione televisiva, con la nascita delle prime emittenti private, mise in crisi un sistema e così «La Notte» perse la sua forza informativa, soprattutto sulla cronaca nera: nel gennaio del 1995 chiuse i battenti; ci fu un tentativo di riportare in vita il quotidiano nel 1997, con una cooperativa di dipendenti, ma durò pochi mesi.
Vanni Buttasi, Gazzetta di Parma