Più contratti a tempo indeterminato e sempre minore ricorso a rapporti a tempo. È la fotografia scattata dall’aggiornamento mensile sul mercato del lavoro dall’Inps. Secondo l’istituto di previdenza nei primi nove mesi dell’anno il saldo dei contratti stabili è stato pari a 378.395 unità, con un un incremento del 180% rispetto ai 151.779 dello scorso anno. Per contro, registra un netto segno meno il saldo dei contratti a tempo: -36.418 contro i 203.299 del 2018, quando però non era ancora in vigore il decreto dignità, che ha introdotto una stretta importante all’utilizzo di questa tipologia contrattuale.
Quanto al primo dato, gran parte dell’incremento riguarda il dato registrato a gennaio (169.154 nuovi rapporti stabili) e in in generale il dato si raggiunge grazie alle trasformazione di contratti a tempo determinato in indeterminato. Le cessazioni sono state infatti superiori (1.226.623) alle assunzioni (1.027.419), ma se si aggiunge il dato positivo delle trasformazioni, cioè di chi è migrato da situazioni precarie a contratti a tempo indeterminato (359.704) si raggiunge un saldo positivo.
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