In Sardegna dal 2015 hanno chiuso 134 imprese artigiane della filiera dell’auto e il loro numero continua a calare, a causa della crisi, dell’abusivismo e della concorrenza sleale. Lo segnala Confartigianato Imprese: in un anno le aziende del settore si sono ridotte a 3.009, con una riduzione dello 0,8% rispetto al 2018. Sono sparite 25 imprese. Se si considerano solo quelle artigiane, il calo è stato dell’1,9%, per la chiusura di 47 aziende, che ha ridotto a 2.408 il numero complessivo: nel 2015 erano 2.542, secondo un dossier dell’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, in base a dati Istat e UnionCamere del secondo trimestre 2018 e 2019. Nella filiera rientrano produzione, servizi e commercio, comprensiva della fabbricazione di autoveicoli, fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori, fabbricazione di motociclette e del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli. Vi lavorano 8.699 addetti in totale, con il settore artigiano che rappresenta 2.408 imprese e 4.981 posti. Sul futuro del comparto pesa anche il ricambio generazionale. Il calo si registra nelle province di Cagliari (-0,4% con perdita di 5 realtà), Oristano (-1,6% e – 4 attività) e Sassari (-1,7% e -17 unità). In aumento, al contrario, a Nuoro che chiude con +0,2% e + 1 attività. Negativi, invece, tutti saldi relativi alle imprese artigiane: Oristano -4,1%, Nuoro -2,2%, Sassari -2,0% e Cagliari -1,3%. “Le imprese calano e chi resiste non vede aumentare il proprio giro d’affari”, osserva il presidente dell’organizzazione di catogoria, Antonio Matzutzi. “Le imprese pur di non chiudere stanno limando all’osso i listini erodendo la parte di guadagno. Con i prezzi assurdi dei pezzi di ricambio, per esempio le attività rischiano sempre più di lavorare in perdita”. “Chiediamo collaborazione e controlli in tutte quelle strutture abusive che, oltretutto, costantemente vìolano le norme, la sicurezza e che, in particolar modo, continuano a evadere il fisco ed essere un peso per la collettività e facciamo un appello ai negozi di autoforniture per una maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi”.
Per combattere la crisi e sostenere il comparto, Confartigianato rilancia la proposta di detrarre fiscalmente i costi dei tagliandi e dei controlli.