(di Tiziano Rapanà) Ma uno spettacolo senza intervallo lo vorreste? Non parlo tanto all’intrattenimento cinematografico dove mi pare che le pause siano pressoché scomparse. Mi riferisco a teatro. Voi accettereste di guardare uno spettacolo per intero, senza nemmeno avere un momento per riposarvi un po’? In giro ci sono tanti spettacoli mediocri e un minimo di relax il povero pubblico se lo merita. Tuttavia ci sono dei teatri che hanno deciso di abolire, quasi del tutto, il rito dell’intervallo. Tra questi, cito l’ottimo teatro della Cometa, si trova in via teatro di Marcello (vicino a piazza Venezia). È un pezzo di storia capitolina, ignoto all’infuori del circondario romano (purtroppo il teatro non gode della popolarità riservata al Quirino, l’Eliseo, l’Argentina). È un buon teatro: lì vidi lo spettacolo di Gennaro Cannavacciuolo Allegra era la vedova?. Nel cartellone, che animerà il teatro, quasi tutti gli spettacoli non avranno un attimo di pausa. Fosse stato un altro teatro avrei già storto il naso per la scelta ardita, ma del teatro della Cometa mi fido, perché costruisce ogni anno una programmazione di buon livello. In questa stagione potete vedere, ad esempio, Simona Marchini (con Exit, dal 20 ottobre) e il grandissimo Enzo Decaro (con un classico di Peppino De Filippo, Non è vero ma ci credo, dal 20 dicembre). Chissà se anche l’Off/Off Theatre ha abolito il rito dell’intervallo. Per scoprirlo, non vi resta che andare in via Giulia e guardare i vari spettacoli. Se accettate il mio suggerimento, prendetevi una serata libera tra il 3 e il 5 dicembre. In quei giorni c’è in scena Fulvio Abbate con il suo Teatro degli oggetti. Il titolo vi intriga? Se andrete a vederlo, vi troverete di fronte ad “un racconto d’autore attraverso le cose”, così lo descrive Abbate. Un racconto dove “mostrare gli oggetti nella convinzione che perfino il più insignificante souvenir possa custodire uno spunto narrativo e una magia, un possibile romanzo visivo, il romanzo delle cose”. Ora potrei continuare all’infinito a pensare se l’abolizione dell’intervallo sia ormai diventata consuetudine in tutti i teatri romani. Ma non voglio annoiarvi, non voglio predicare contro la noia per poi praticarla.