Listini positivi in Asia, brusco stop della produzione industriale cinese a luglio. Negli Usa si inverte la curva dei tassi: i bond decennali ore rendono di meno di quelli a 2 anni. E’ un segnale di possibile recessione e Wall Street apre in forte calo
In Germania, i timori per una brusca frenata della crescita economia, come non si vedeva da anni. Negli Usa, l’inversione della curva dei tassi di interesse, con i bond decennali che ora valgono meno di quelli a due anni, negli ultimi 40 anni il segnale di una recessione globale in arrivo. In Cina, oltre al rallentamento della produzione indistriale i conflitti geopolitici, tra guerra dei dazi con gli Usa e scontri a Hong Kong, la piazza finanziaria più importante dell’Asia. L’insieme delle tre cose ha dato vita a una giornata pesantemente negativa per le Borse occidentali, con i listini europei che hanno chiuso in profondo rosso, complice anche l’apertura negativa di Wall Street.A Piazza Affari, il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in calo del 2,53% appena sopra la soglia di 20 mila punti. Negative anche le prestazioni dei principali listini continentali: il Cac40 a Parigi ha perso il 2% e il Dax30 a Francoforte il 2,2%, Le Borse hanno subito preso un andamento negativo con i dati della produzione industriale in Cina (cresciuta del 4,8%, il ritmo più basso degli ultimi 17 anni) e con il dato del Pil Germania del secondo trimestre sceso dello 0,1% sul trimestre precedente e è salito dello 0,4% su anno. L’invesrione dei tassi di interesse negli Usa ha completatato il quadro negativo.Tornando alle Borse, milano ha fatto peggio degli altri mercati europei perchè zavorrata dall’andamento delle banche, colpite da immediati realizzi dopo i progressi del giorno prima. Le vendite hanno colpito Bper (-4,9%) e Banco Bpm (-3,9%), In rosso anche Finecobank (-4,89%), Unicredit (-3,7%), Azimut (-2,4%) e Ubi Banca (-3%). Lo spread tra btp e bund, invece, ha chiuso in calo in area 217 punti base.Il forte calo del greggio (-4,7% a 54,41 dollari al barile il Wti consegna settembre), sui timori di recessione e dopo dati sulle scorte usa peggiori delle attese. Male anche i titoli esposti sul petrolio (con il prezzo del greggio calato del 4,5%) come Tenaris (-5,2%), che è anche il gruppo italiano più esposto in Argentina, e Saipem (-4,6). In chiusura dei mercati europei, l’oro si attesta sopra i 1.500 Dollari l’oncia, con un progresso di quasi un punto percentuale sulla vigilia.Sul fronte dei cambi, l’euro si è indebolito sul dollaro e passa di mano a 1,1142 (1,1185 in avvio e 1,1186 ieri in chiusura). Stesso movimento sullo yen, il cambio con la divisa giapponese è a 117,899 (118,92 e 118,01). Lo yen si è rafforzato anche sul biglietto verde e il rapporto dollaro/yen è a 105,826 (106,34 e 106,73).
Flavio Bini e Luca Pagni, larepubblica.it