(di Tiziano Rapanà) Sul caso Sea Watch 3 si sono espressi in centomila. I più si sono improvvisati giuristi. Addirittura Morgan, il grande cantautore monzese – un mito della mia infanzia – ha detto la sua e ha difeso l’operato del vicepremier Salvini: “Lasciatelo lavorare”. Io non mi prouncio, rispetto l’operato di tutte le istituzioni, dei giudici e dei finanzieri (in questa vicenda molti si sono permessi di attaccare le forze dell’ordine e la magistratura). Non sono un competente della questione, gli esperti in materia giuridica meritano di avere la parola molto più di me. Purtroppo di commenti competenti mi pare di averne letti pochini: la maggior parte dell’informazione cartacea, radiotelevisiva e web è stata invasa dagli ultras dell’una e dell’altra fazione. L’unica vera opinione obiettiva l’ho letta ieri, sul Fatto Quotidiano, a firma del direttore Marco Travaglio che ha vergato un capolavoro d’equilibrio intellettuale, nemico della tentazione umana di voler indossare necessariamente la casacca dell’una e dell’altra squadra. Tratto l’argomento Sea Watch alla lontana, parlandovi di un fatto increscioso accaduto a Ferrara. Nella splendida citta emiliana, dove vive il grande comico Gianni Fantoni, un turista tedesco si è ritrovato attore principale di una sventura figlia dell’insensantezza. La sua auto è stata oggetto di un atto vandalico. L’episodio è stato ben raccontato dal sito del quotidiano Il Messaggero che così ha spiegato la natura dell’atto: “Sui due finestrini, lato guidatore, qualcuno aveva infatti scritto insulti a Carola Rackete: ‘Karola (non è un errore, ha usato la K, ndr) t***a, torna in Germania’. Tutto questo solo perché l’auto (…) aveva la targa tedesca”. Ironia della sorte, pare che il turista non sapesse nulla del caso Sea Watch e della conseguente vicenda giudiziaria della capitana della nave, Rackete. Non so se in questo caso si debba ridere o piangere. La vicenda ha un’indubbia natura comica. Eppoi non sono un benpensante, o un cultore del politicamente corretto, tuttavia non sono nemmeno uno sconsiderato che giudica un gesto del genere al pari di una ragazzata. Non lo è. Questo povero signore non può pagare un assurdo dazio, solo perché è un tedesco. È una follia. Un conto è discutere, esibire un’acrimonia dialettica per le azioni compute dalla capitana, al bar, a casa con i parenti, o in ufficio. Ma un altro conto è insultare e distruggere un auto. Urge un ritorno immediato dell’ora di educazione civica a scuola, è l’unica soluzione ragionevole per fermare la mala creanza sempre più viva nelle nostre comunità.