(di Tiziano Rapanà) Due belle notizie, almeno per me. La prima, interamente made in Napoli, riguarda un ritorno eccellente nel mondo della musica. Il grandissimo Federico Salvatore, cantore della bellissima Se io fossi San Gennaro, ha proposto al suo pubblico il remake di un classico degli Squallor, Cornutone. Non è all’altezza dell’originale (l’interpretazione di Totò Savio, il cantante degli Squallor nonché scopritore del Giardino dei semplici e di altre belle cose, era di un’altro livello) ma la cover rispetta lo stile scanzonato e anche un po’ volgarotto del mitico gruppo demenziale. La seconda notizia vede per protagonista Nadia Terranova, ottima scrittrice siciliana finalista al premio Strega con il libro Addio fantasmi. Ho parlato in più d’una occasione di lei e del suo eccezionale talento, temo che non vincerà lo Strega (il super favorito, purtroppo, è Scurati con M), ma avrà modo di consolarsi – la do già per perdente, non sarò mica un gufo? – con la vittoria del Premio Subiaco Città del libro, sempre per lo splendido Addio fantasmi. Basta, tutto qui? No, non proprio, perché mi sovviene Pino Strabioli. E che c’azzecca, direte voi? Nulla, però il popolare attore e conduttore – e carissima persona, l’ho intervistato mesi fa sul sito Il Decoder – presenterà, giovedì su Rai3, la finale dello Strega e sfrutto questo spazio per dirlo. Apprezzo molto Strabioli, ed ogni occasione è buona per promuoverlo, anche se ha fatto qualcosina in passato che non m’è piaciuta (dite la verità, state pensando che io stia usando la “carta Strabioli”, solo per allungare il brodo, vero? In tutta franchezza, non lo nego). Se vi interessa proseguo, altrimenti posso fermarmi qui. Siccome sono solo nella stanza e non sento le voci – o almeno non ancora: se un giorno impazzirò, lo saprete per primi -, proseguo. Una decina di anni fa, Pino invitò nello splendido salotto di Rai3, Cominciamo bene prima (a proposito: direttore Coletta, a quando un ritorno?), Jacqueline Savio la moglie di Totò per ricordare la carriera del grande artista. I due hanno parlato di tutto, del leggendario pezzo Cuore matto scritto per Little Tony e in generale dei frammenti di storia della musica leggeri scritti da Savio. La conversazione è stata precisa, accurata – se non sbaglio, è ancora visibile sul web – ha parlato degli argomenti più disparati, tranne che degli Squallor. Un accenno a malapena, nessun brano ascoltato – e fidatevi esistono anche brani non volgari (si contano su una dita di una mano, ma ci sono) -, nessun aneddoto particolare, come se Savio non fosse stato insieme ai suoi amici corsari il cuore pulsante di una straordinaria creatività lazzarona. Sugli Squallor urgeva un approfondimento, ma va bene lo stesso. In fondo, pensandoci bene, è impossibile anche oggi far passare un brano degli Squallor in una trasmissione che andava in onda alle nove del mattino.