“L’iter per la Pedemontana Veneta ha coinvolto di volta in volta l’Anac, la Corte dei Conti, l’Avvocatura dello Stato, le Ullss e l’Arpav per le analisi. Adesso arriva ‘lui’ che dichiara di aver ricevuto un video dal meet-up, che sarebbe una sorta di rete di sostenitori del suo partito, e immediatamente manda la Procura e i carabinieri per bloccare i lavori. Bastava un colpo di telefono e gli avremmo dato tutte le informazioni e la documentazione che gli servivano”. Così il presidente del veneto, Luca Zaia, parlando durante un comizio nel trevigiano e commentando le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Qui facciamo tutto alla luce del sole – ha continuato Zaia – è scandaloso che, invece, tra Istituzioni li si voglia gestire attraverso le Procure, quando si può chiedere e avere in un minuto tutta la documentazione. E tutto ciò quando avviene? A un giorno dalle elezioni. Se dobbiamo avere a che fare con gente che vede ladri e malaffare dappertutto, vuol dire che questo paese è destinato alla paralisi, all’oblio”. “Non c’è un Comune che abbia votato contro e il Ministro – ha concluso – ci manda la Procura e i Carabinieri, trattandoci da delinquenti.