Appena inaugurato, il nuovo museo aperto su Liberty Island celebra l’icona newyorchese invitando a riflettere su quello che rappresenta: ecco il museo che parla di libertà
Ogni città ha la sua icona. Un simbolo che la rende immediatamente riconoscibile nel mondo e che al viaggiatore fa capire che, sì, quella è la città che stava cercando. Succede a Parigi con la Tour Eiffel, a Roma con il Colosseo, a Rio de Janeiro con la Statua del Cristo Redentore. Ma tra tutte le icone urbane, forse nessuna ha la stessa potenza visiva della Statua della Libertà di New York.
E proprio su Liberty Island, l’isola su cui si trova Lady Liberty (com’è spesso chiamata), ha appena aperto un museo che ne celebra non solo la storia, ma anche ciò che significa per il mondo.
Già, perché oltre a essere l’icona newyorchese per eccellenza, la Statua della Libertà è anche il simbolo, ad esempio, dell’immigrazione negli Stati Uniti d’America. È stato questo il monumento che nei secoli accoglieva chiunque arrivasse a Liberty Island – dove si erge la statua – per accedere negli Stati Uniti. Come ha sottolineato anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, «New York è la città degli immigrati per eccellenza. La Statua della Libertà rappresenta i nostri valori cardine – abbracciamo la diversità, sosteniamo i paesi vicini, e crediamo che ognuno dovrebbe avere la possibilità di vivere il sogno americano».
Un segnale importante che arriva da New York in risposta alla politica sui migranti del governo Trump. Un segnale di inclusione e di libertà, temi sui quali ogni visitatore è invitato a riflettere anche lungo il percorso museale. Nelle intenzioni di Edwin Schlossberg, fondatore di ESI Design, lo studio che ha curato la progettazione dell’esperienza museale, i visitatori non devono solo apprendere informazioni sul monumento, ma soprattutto immergersi «nel concetto di libertà, così da andarsene con una comprensione più profonda di che cosa significa per loro e di quale ruolo attivo possano svolgere per sostenerla».
LA STRUTTURA DEL MUSEO
Gli oltre 2mila e quattrocento metri quadrati dell’edificio sono stati suddivisi in tre gallerie con un’impostazione spiccatamente interattiva. L’Immersive Theater, dove il visitatore può assistere a un’esperienza multimediale di una decina di minuti dedicata alla storia del monumento e agli ideali che rappresenta. La creazione della statua è invece al centro dell’Engagement Gallery, mentre l’Inspiration Gallery custodisce il pezzo clou della collezione.
Il museo si presenta come una sorta di «padiglione-giardino» secondo Nicholas Garrison, socio di FXCollaborative, lo studio di architettura che ha ideato il progetto. Gli elementi paesaggistici che si trovavano nell’area in cui ora sorge il museo sono stati sollevati e fusi con la struttura architettonica. In questo modo, sopra al museo, è stata creata un’area pubblica dal forte impatto visivo che comprende un ampio tappeto erboso (date uno sguardo alla gallery). Da quest’area è possibile godere di una vista affascinante su Lady Liberty, su parte di Manhattan e sul New York Harbor.
L’edificio è stato realizzato con un approccio sostenibile. Parte dei materiali, ad esempio, sono stati recuperati da una struttura preesistente. Un’attenzione particolare è stata riservata inoltre alla tenuta della struttura nell’eventualità – qui non troppo remota – di un’uragano.
L’edificio che ospita il museo ha profili angolari e spigolosi, bilanciati però dalla dolcezza del paesaggio marino che li circonda. Il Museo della Statua della Liberà si inserisce in un più ampio progetto da 100 milioni di dollari della The Statue of Liberty-Ellis Island Foundation che si propone di abbellire l’intera Liberty Island.
IL PEZZO CLOU
Ogni elemento di una collezione museale ha la sua specificità e custodisce una storia da raccontare. Ma al tempo stesso, in ogni museo c’è un oggetto che acquisisce un carico simbolico maggiore. Per fare, un esempio, al Reina Sofia di Madrid non ci si può perdere la sala che ospita Guernica di Picasso. Ecco, in questo caso, non si tratta ovviamente di un dipinto, bensì della torcia originale della Statua della Libertà.
Il percorso museale termina proprio nel punto in cui è possibile vedere l’oggetto impugnato dalla Statua per quasi un secolo. Un reperto storico a tutti gli effetti, che è stato sottratto all’azione degli agenti atmosferici nel 1986.
Michele Razzetti, Vanity Fair