Fashion Flair, Huawei lancia la prima collezione co-creata dall’Intelligenza Artificiale

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Il risultato sono 19 look d’impatto, in cui emerge l’estro creativo di Anna Yang, direttore creativo di Annakiki

C’erano celebrity nostrane, influencer internazionali e giornalisti dall’America Latina. Insomma, non mancava quasi nessuno al Superstudio Group di via Tortona di Milano, location d’eccezione del Fashion Flair: il nuovo progetto di Huawei , che, nella serata di giovedì 9 maggio, ha presentato la prima collezione di moda realizzata dall’Intelligenza Artificiale di Huawei P30 Series unita all’estro creativo di Anna Yang, direttore creativo di Annakiki.

Il processo di co-creazione
Ma com’è stato possibile? Assieme a un’equipe di sviluppatori italiani, Huawei ha creato l’app da cui il progetto prende il nome (Fashion Flair), in cui sono state inserite decine di migliaia di iconiche immagini di moda degli ultimi cento anni, oltre a uno specifico set di scatti tratti dalle ultime collezioni di Annakiki . A questo punto, grazie alla doppia unità di calcolo neurale (NPU) presente all’interno dei dispositivi, l’applicazione è stata in grado di creare un outfit seguendo gli input e i filtri impostati dal designer. E di rielaborare, di volta in volta, queste informazioni, restituendo una serie di proposte – potenzialmente infinite – che rappresentano un punto di partenza da cui iniziare il disegno di un capo, completato poi dall’inimitabile tocco dell’artista.

La collezione Annakiki for Huawei
Il risultato è Annakiki for Huawei: una collezione di 19 look, in cui a emergere – secondo l’inconfondibile stile di Anna Yang – sono l’elemento cromatico e le texture volutamente esagerate. Anche se forse più contenute rispetto alle classiche linee di Annakiki, i cui capi – in tinte solitamente ancora più forti e più sature, dal rosso fuoco al verde fluo – sono caratterizzati da una sperimentazione materica senza sosta.

Il ruolo della tecnologia nella moda secondo Anna Yang
«Co-creare assieme ad Huawei P30 Pro è stato per me estremamente stimolante e sono certa che in futuro la tecnologia giocherà un ruolo sempre più distintivo anche nel mondo della moda, aprendo scenari completamente nuovi che oggi possiamo solo immaginare» ha sottolineato Anna Yang, che ha subito accettato di mettersi alla prova in questa nuova esperienza. «Dalla contaminazione e dalle diversità nascono ricchezza, innovazione, nuove mode e stili che possono interpretare e raccontare il futuro».La seconda parte del progetto e il suo fine educativo . Già acquistabile online in preordine sullo store di LuisaViaRoma, Annakiki for Huawei si propone anche uno scopo educativo. Parte dei proventi della vendita, infatti, saranno utilizzati per finanziare un progetto speciale a supporto dei giovani talenti di una delle principali accademie di Fashion Design italiane, mettendo Fashion Flair a disposizione degli studenti, che potranno così trarre ispirazione dagli output dell’applicazione e co-creare outfit originali ed inediti.

Creatività e Intelligenza Artificiale
Non è la prima volta che Huawei prova a coniugare l’Intelligenza Artificiale all’ambito della creatività. Solo qualche mese fa, per esempio, alla Cadogan Hall di Londra, l’English Session Orchestra ha eseguito l’incompiuta Sinfonia in Si minore di Schubert , completata per l’occasione dallo stesso processore presente sullo smartphone Mate 20 Pro . In questo caso, l’AI ha analizzato le caratteristiche del celebre compositore austriaco e – in base a queste – ha provato a completarne il lavoro, andando a scrivere gli ultimi due dei quattro movimenti pensati e originariamente soltanto abbozzati.

Gli altri esperimenti con l’AI
In generale, sono diverse le aziende che stanno provando a muoversi in questa direzione. All’ultimo Salone del mobile, solo per citarne una, Kartell ha presentato la prima sedia progettata dall’Intelligenza Artificiale, firmata da Philippe Starck. Il modello è stato creato grazie ad Autodesk, colosso dei software di design per costruzioni, a cui Starck dava degli imput, che venivano poi rielaborati dalla macchina.Restando in ambito moda, invece, già Yoox aveva pensato a una collezione di capi sviluppati grazie al connubio di intelligenza artificiale e talento creativo: 8 by Yoox, in cui un avanzato software passava in rassegna il web, incrociando gli insight raccolti a indicatori di trend, dati di vendita e feedback. Il risultato qui è una collezione più casual, dal fit è morbido, tessuti materici e palette cromatiche volutamente neutre (sui toni dei beige, dei grigi, dei neri e dei blu).

Andrea Cominetti, lastampa.it