Ora però qualcosa sembra essere cambiato: la diffusione disordinata e continua di discariche a cielo aperto nelle zone rurali e persino urbane della Russia sta provocando alcune fragorose proteste. Migliaia di persone hanno sfidato i divieti della polizia di marciare contro le aperture programmate per la discarica, incolpando le pile di immondizia di rifiuti per problemi di salute e aria maleodorante.
Un caso tra tutti è la discarica di Aleksinsky vicino alla città di Klin, a nord-ovest di Mosca, dove una torre di rifiuti non trattati e in putrefazione alta come una casa a sei piani si trova a soli 400 metri da una scuola.
Gli abitanti del posto lamentano che il fetore spesso opprimente derivante dalla spazzatura causa mal di testa, nausea e altri problemi di salute, mentre risultano alti livelli di ossido di azoto e idrogeno solforato nell’aria. Secondo Greenpeace solo il 4% dei prodotti di rifiuto della Russia sono riciclati o riutilizzati. Quasi tutti i rifiuti residui del paese – circa 70 milioni di tonnellate all’anno – vengono semplicemente scaricati in discariche enormi che coprono un’area totale di terra che è quattro volte più grande di Cipro. In 10 anni, dicono gli ecologi, quell’area raddoppierà le sue dimensioni, a meno che non vengano prese misure urgenti.
Luciana Grosso, Business Insider Italia