Appena arrivato, Francesco entra da solo e rimane a lungo immerso in preghiera nella Santa Casa, seduto e a capo chino davanti all’immagine della Madonna nera, cui dona una rosa d’oro. Anche i diecimila fedeli sul piazzale restano in silenzio. Poi celebra la messa nel Santuario, primo Papa dopo 162 anni: l’ultimo era stato Pio IX nel 1857. La Basilica custodisce tre pareti di pietra, con graffiti analoghi a quelli trovati nelle case in Galilea dei primi secoli, che la leggenda vuole siano state trasportate dagli angeli nel 1294 e potrebbero essere arrivate con i crociati. Per la tradizione è la casa di Maria a Nazaret, il luogo dell’Annunciazione a quella «giovane piena di grazia che continua a parlare alle nuove generazioni». A Panama, rivolto ai giovani, aveva parlato di Maria, loro coetanea, come «influencer di Dio».
Estendere l’apertura del Santuario per i giovani
Al termine della celebrazione, dopo aver salutato uno ad uno gli ammalati, esce dalla basilica e spiega che il Santuario, «anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia». Il Papa chiede ai frati cappuccini, custodi del Santuario, «di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione». Del resto, «l’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamene uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita».
I malati siano accolti in famiglia
Nella casa di Nazaret, dice il Papa, «Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità». La casa di Maria, oltre che dei giovani e della famiglia, è anche la casa dei malati, aggiunge Francesco: «Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo nella cultura dello scarto che viene proposta da molteplici colonizzazioni ideologiche. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura».
«I giovani apostoli del terzo millennio»
Al centro del sinodo di ottobre dei giovani c’era il tema della trasmissione della fede alle nuove generazioni, la Santa Casa è il luogo del «sì» di Maria all’angelo. Sul piazzale del Santuario un grande striscione dice: «I giovani con Papa Francesco, apostoli del terzo millennio». Così Bergoglio conclude: «A voi e a quanti sono legati a questo Santuario, Dio, per mezzo di Maria, affida una missione in questo nostro tempo: portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale. C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose».
Corriere.it