Diventa più complicato usare i crediti Irpef per pagare altre imposte. Per compensare tributi diversi, infatti, da ora in poi è obbligatorio utilizzare il servizio on line sul sito dell’Agenzia delle entrate. Altrimenti è necessario rivolgersi ad un Caf o ad un commercialista. E chi ha crediti oltre i 5.000 euro dovrà attendere tempi più lunghi per poterli usare.
Stop all’home banking
La stretta sulle compensazioni, prevista dal decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio, riguarda tutti i crediti d’imposta maturati a partire dal 2019, in pratica quelli che possono emergere dalla prossima dichiarazione dei redditi. Quando si hanno crediti Irpef è infatti possibile scegliere tra due opzioni: chiedere il rimborso o utilizzare le somme per “pagare” altre imposte. Nel primo caso, se non si presenta il modello 730, si rischia di attendere anche un paio di anni. Se invece si sceglie la compensazione si ha un vantaggio immediato dato che si può, ad esempio, evitare di versare l’acconto Imu grazie al credito Irpef dell’anno precedente, o usare il credito per pagare la cedolare sugli affitti, le imposte di registro, o per saldare eventuali avvisi bonari. Fino allo scorso anno questa operazione era fattibile presentando l’F24 tramite il sito della propria banca. Da quest’anno, invece, l’home banking potrà essere ancora usato solo in pochi casi.
Le indicazioni delle Entrate
Come chiarito dall’Agenzia delle entrate, infatti, si può ricorrere ancora all’home banking solo quando si tratta di compensare un credito d’imposta con un debito per la stessa imposta – Irpef con Irpef, cedolare con cedolare e così via – perché questa operazione rappresenta una semplice modalità alternativa allo scomputo diretto del credito dal debito d’imposta pagato nello stesso modello F24. Invece quando i tributi interessati sono diversi o quando il modello è a saldo zero, questo si deve presentare per forza tramite i servizi “F24 web” o “F24 online” messia disposizione sul sito dell’Agenzia per gli utenti registrati. L’uso di questi canali consente alle Entrate un riscontro immediato sul diritto a usare o meno il credito, tramite un incrocio di dati effettuato praticamente in tempo reale. Si tratta di un sistema già applicato per i titolari di partita Iva, esteso da quest’anno a tutti i contribuenti.
Le regole per i crediti oltre i 5.000 euro
Al di là di questa complicazione quando il credito d’imposta non supera i 5.000 euro si può compensare in qualunque momento, anche prima di aver presentato la dichiarazione dalla quale risulta la somma. Quindi si può usare il credito Irpef per pagare l’acconto Imu di giugno anche se si presenta il 730 a luglio. Non così invece quando il credito supera i 5.000 euro. Secondo le nuove norme, infatti, in questo caso per poter utilizzare il credito si deve prima presentare la dichiarazione. L’importo risultante si potrà poi compensare a partire dal decimo giorno successivo.
Antonella Donati, Repubblica.it