Finisce in tribunale la fattura elettronica. Ieri l’Associazione nazionale commercialisti (Anc) ha presentato un ricorso d’urgenza (art. 700cpc). Il ricorso è stato presentato presso il Tribunale Civile di Roma contro l’Agenzia delle entrate, chiedendo, in via d’urgenza, il differimento dell’entrata in vigore della normativa sulla fatturazione elettronica, «almeno fino a quando», si legge nella nota dell’Associazione guidata da Marco Cuchel, «il sistema non sarà sanato da una serie di vizi relativi al possibile uso improprio dei dati, vizi che pongono gravissimi pregiudizi sulla privacy degli utenti e sulla sicurezza del sistema economico del Paese». L’iniziativa ha incassato il sostegno dell’associazione nazionale forense (Anf) che ha giudicato l’azione comprensibile. Per Luigi Pansini segretario Anf: «Stupisce che il Governo e il legislatore siano rimasti sostanzialmente inerti di fronte alle puntuali segnalazioni giunte dagli operatori del settore, tradottesi anche in un provvedimento del Garante della Privacy, e non forniscano soluzioni che siano frutto del confronto con i tecnici, come è normale che sia in una dialettica costruttiva tra politica ed esperti delle singole materie di competenza». Al contrario Aidc (associazione italiana dottori commercialisti) «Pur condividendo i timori di estreme complessità che nuovamente vedranno la categoria impegnata in un forzoso ruolo di interprete tra contribuente e Stato», si dissocia dall’iniziativa di Cuchel ritenendo che «istanze, di differimento o proroga, comunque motivate, siano di giovamento ad alcuno».
Cristina Bartelli, ItaliaOggi