“Moda e Arte, dal punto di vista della creatività sono strettamente collegate.” Stefania Macioce espone nel suo libro un intenso dialogo fra arte e moda, fatto di citazioni, influenze, suggestioni nel libro “Arte in Moda. Giochi d’ispirazione” edito da Logart Press Editore.
“L’arte è la mia energia. Va guardata, assorbita. Sono capace di visitare una mostra anche 50 volte. Non potrei lavorare senza esserne ispirato”. Così esordisce Roberto Capucci, il maestro dei couturier dell’era contemporanea. L’autore di straordinari abiti-scultura che hanno fatto il giro del mondo esposti nei musei più importanti. Colui che ha “vestito solo donne di grande personalità – rivela – che non seguivano la moda, che per definizione cambia troppo rapidamente, come la principessa Rospigliosi e il premio Nobel Rita Levi Montalcini, che sapevano già ciò che volevano indossare… La moda è un modo di vivere. Uno stile. Essa in realtà non conta, viene e va via.. È molto strana.” Roberto Capucci non ama la parola moda e su questo punto nasce una riflessione. Ci spiega infatti che chi segue la moda al cento per cento fa un grosso sbaglio. Essa non è adatta a tutte le donne”. Lo stilista apporta la testimonianza del legame strettissimo tra arte e moda alla presentazione, nella splendida cornice della Galleria di Arte Moderna e Contemporanea a Roma, di un libro che sancisce il legame tra i due settori, scritto da Stefania Macioce, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università La Sapienza di Roma.
Un magnifico e ricchissimo apparato illustrativo permette al lettore di seguire passo passo lo sviluppo delle argomentazioni soprattutto per quel che riguarda le principali scansioni storiche ben evidenziate nel libro. Si va così dall’ esame dell’influenza gigantesca del Classico su alcuni periodi centrali della storia dell’abbiglia- mento, a uno studio, estremamente originale e puntuale, degli innumerevoli echi della cultura figurativa cinquecentesca sulla moda del Novecento, fino alla messa in evidenza di personaggi dotati di creatività peculiare degna di essere messa sullo stesso piano di analoghe esperienze coeve in campo pittorico, scultoreo, architetto- nico. E basti qui ricordare le personalità di Coco Chanel, Cristobal Balenciaga, Christian Dior, André Courrèges, Paco Rabanne, Valentino, Dolce & Gabbana, tutti presenti e ben documentati nel volume. ” Questo libro arriva al momento giusto perché ha il merito di indagare sui nessi di causa ed effetto che intervengono nella relazione tra arte e moda. Non esprime giudizi ma aiuta il lettore a farsene uno” afferma il critico d’arte Claudio Strinati in un video la sua testimonianza alla presentazione del volume, giudicato da lui “straordinario”. Stefania Macioce racconta anche, con la collaborazione scientifica di Elena Foschi, come il made in Italy abbia conquistato una leadership mondiale, realizzando nel 2017 ricavi per oltre 94 miliardi di euro, di cui 61,8 destinati al mercato straniero con una crescita dell’export del 5,2%. Il merito di questo successo per l’autrice è in gran parte degli stilisti. I quali spesso, in modo sistematico o intuitivo, hanno saputo ispirarsi a un immenso patrimonio artistico trasformandolo dall’interno e restituendo a loro volta nuove produzioni d’arte. L’autrice sviscera il paradigma dell’arte che influenza la moda, raccontando che cosa accade quando è la moda a diventare arte e l’arte a interessarsi alla moda e alle sue produzioni. “Una separazione, quella tra arte e moda, sempre più labile se entrambe, oltre ad essere terreno di creatività sono – suggerisce Macioce – sinonimo di lusso”. L’analisi dell’autrice è insieme storica, sociologica e antropologica ed è supportata da un ricco apparato iconografico di 120 fotografie a colori e 80 in bianco e nero. Nel volume non mancano i profili degli stilisti che hanno interpretato l’arte nella moda: da Ken Scott, artista divenuto stilista, a Coco Chanel, da Balenciaga a Gianni Versace. L’autrice ricostruisce infine il rapporto moda-arte attraverso i luoghi, come la celebre sfilata di Ferragamo al Louvre nel giugno 2012 e la creazione, nell’ultimo decennio, di numerose fondazioni di moda per l’arte contemporanea, a loro volta foriere di eventi collaterali, quali premiazioni, mostre, nascita di spazi alternativi e volumi.
Tra i presenti le principesse Livia Aldobrandini e Josephine Borghese; i principi Danilo Moncada e Giuseppe Grifeo; il marchese Emilio Petrini Mansi; gli esponenti del mondo accademico di storia dell’arte Alessandro Zuccari, Claudio Strinati, Pietro di Loreto; le attrici Marina Polla de Luca che ha letto alcuni passi, Ida Di Benedetto con la figlia Marta Bifano; diversi giornalisti tra cui l’inviata moda Barbara Modesti del TGUno, Dario de Marchi, marito dell’autrice del libro e direttore del Giornale Diplomatico, con il direttore Carlo Rebecchi; il musicista Biagio Andriulli; lo stilista Massimo Bomba; lo scultore Giulio Gorga e il designer di gioielli Diego Pecossi Papi; Laura Terranova, Daniela Anessi e Giovanna Silvestri dell’Accademia del Cerimoniale.