“Facebook – questa l’accusa che ha portato alla sanzione – non ha protetto sufficientemente la privacy degli utenti sia prima, sia durante e dopo l’elaborazione illegale dei dati. Una società delle sue dimensioni e competenze avrebbe dovuto conoscere meglio la situazione e fare meglio”. L’importo della sanzione, non particolarmente alto se confrontato ai volumi di affari generati dal social network, è il massimo elevabile dall’Osservatorio, poiché la violazione è avvenuta prima dell’entrata in vigore delle nuove regole europee Gdpr lo scorso maggio e quindi il calcolo è stato effettuato sulle vecchie leggi, risalenti al 1998. Se la violazione fosse stata commessa dopo il Gdpr, la multa avrebbe potuto raggiungere i 22 milioni di dollari o fino al 4% del fatturato globale, che nel 2017 è stato pari a 40,6 miliardi di dollari.
Adnkronos