LA PROTESTA. Sono le parole usate in una assemblea indetta solo pochi giorni fa a Desenzano da Assoidroelettrica, l’associazione che raccoglie oltre 300 operatori che operano nel mini-idro, gli impianti di piccola e media potenza che sfruttano per lo più pendenze, correnti e salti nei corsi d’acqua o piccoli invasi. La linea degli autoconvocati è molto chiara: se verranno confermati i tagli molti saranno destinati a chiudere e molti progetti si fermeranno. Per questo motivo hanno chiesto di essere convocati al ministero dello Sviluppo economico, per un incontro che avverrà a metà della settimana prossima.
IL DOCUMENTO. A supporto della loro protesta, Assoidroelettrica ha prodotto n documento redatto dal Politecnico di Milano in cui si mettono in luce i vantaggi di questo tipo di produzione di energia, superiori a quelli di eolico e solare. In sintesi: a parità di produzione installata, la produzione è maggiore perché gli impianti durano di più: è più efficiente, perché il rapporto tra l’energia prodotta nella vita utile dell’impianto e quella consumata per realizzarlo e mantenerlo è più favorevole rispetto alle altre rinnovabili; è più vantaggiosa per l’ambiente, perché gli operatori provvedono al mantenimento dei corsi d’acqua, prevenendo il rischio idrogeologico.
TECNOLOGIA ITALIANA. Sempre lo studio del Politecnico mette in evidenza come il mini-idro utilizzi componenti per il 90% di “costruzione nazionale, mentre è noto come la stragrande maggioranza dei pannelli solari sia di fabbricazione estera così come turbine e pale eoliche. Per Assoidroelettrica, va conbsiderato anche il fatto che gli operatori pagano il canone di concessione e varie royalties alle comunità locali, il cui ammontare complessivo può arrivare fino al 30 per cento del fatturato.
GLI INCENTIVI. Si può ovviamente obiettare che un settore industriale dovrebbe stare in piedi senza incentivi e che anche per il fotovoltaico il Governo è intervenuto per “limare” quanto viene versato agli operatori del fotovoltaico e dell’eolico. Anche in questo caso viene in soccorso a Assoidrolettrica, lo studio commissionato al Politecnico. Se è vero che da un lato la spesa complessiva per gli incentivi è destinata a salire dai 36 milioni previsti per il 2020 ai 327 milioni al 2025, fino ad arrivare agli 883 milioni al 2030, è altrettanto vero che al 2030, le entrate fiscali aggiuntive alimentate dal settore sono pari a 790 milioni, a cui si devono aggiungere 129 milioni di altre entrate per le pubbliche amministrazioni locali. Il Politecnico, infine, aggiunge anche il valore per le mancate emissioni nocive nell’atmosfera, grazie all’energia prodotta da fonte rinnovabile, pari a 104 milioni. In pratica, i soldi che escono dalla finestra degli incentivi, rientrerebbero dalla porta della collettività.
Luca Pagni, Repubblica.it