Casagit si mette in moto e avvia l’iter per cambiare forma giuridica. Destinazione finale: aprirsi al mercato, offrendo servizi sanitari a nuove categorie di professionisti e non più solo ai giornalisti. Come? Diventando una società di mutuo soccorso. Infatti, è attesa per oggi la proposta della commissione incaricata dalla Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, proprio a sostegno di questa opzione. La proposta verrà poi approfondita in autunno, con l’intenzione di metterla al voto dell’assemblea del prossimo dicembre. Sul tavolo c’è anche una seconda ipotesi, quella di diventare una fondazione di partecipazione, anche se la società di mutuo soccorso sembra essere un modello più sperimentato, con maggiori punti di riferimento, che permette peraltro la detraibilità agli iscritti freelance (sempre più presenti sul mercato giornalistico).
Al momento non è stata presa ancora nessuna decisione formale ma, in un senso o nell’altro, l’obiettivo è sempre lo stesso: ampliare la base dei contribuenti in modo da mettere in ulteriore sicurezza i conti dell’associazione privata senza scopo di lucro, costituita nel 1974 dalla Fnsi che non a caso mantiene un rappresentante nel cda presieduto da Daniele Cerrato. Quello che preoccupa, infatti, è il trend di contributi e contribuenti visto lo stato di salute del comparto editoria. A fine 2018, per quanto riguarda i contributi, sono attesi 78,7 milioni di euro contro i 79,6 milioni dell’anno scorso (quasi un milione in meno). Nel dettaglio, già l’anno scorso, sono calati i contributi dei giornalisti contrattualizzati a quota 41,4 milioni di euro, dopo il picco nel 2009 pari a 50,8 milioni, così come i contributi dei freelance scesi sui 7,5 milioni nel 2017 dai 10,2 milioni del 2009 (rispettivamente -9,4 e -2,7 milioni, per un totale di -12,1 milioni). Invece gli iscritti contrattualizzati erano oltre 13,6 mila nel 2017 e quasi 17,6 nel 2009 (-4 mila circa).
Se poi l’esercizio 2017 è stato archiviato con un attivo di 3,97 milioni di euro (di cui 1,8 milioni dalla differenza entrate-uscite, un milione dagli investimenti fatti e oltre un milione da sopravvenienze di precedenti accantonamenti), la proiezione per quest’anno prevede un sostanziale pareggio ma con -1 milione dalla differenza entrate-uscite e circa un +1 milione di proventi da investimenti.
La trasformazione giuridica di Casagit mira perciò a mantenere la governance tra le mani dei giornalisti, a tutelare sempre il proprio patrimonio di 41,3 milioni di euro ma a poter creare una mutualità mediata con altri Fondi e Casse di categoria, soprattutto in seno all’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) e ai loro iscritti. Del resto anche altre Casse stanno studiando l’opportunità di farsi la loro mutua, senza più dover acquistare polizze da terzi.
Infine, sempre seguendo la filosofia di fare sistema tra enti professionali che risentono della crisi, anche gli istituti di previdenza stanno studiando un «fondo intercategoriale di solidarietà» che possa esser utilizzato per supportare un particolare ente, in caso di difficoltà finanziaria. Al progetto partecipa anche l’Inpgi, Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani presieduto da Marina Macelloni.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi