La piattaforma di pagamenti Satispay, made in Italy al 100%, ha lanciato il progetto cashback, un meccanismo che premia con rimborso in denaro ogni acquisto fatto da mobile, da spendere nel circuito Satispay. All’estero sono già operativi i servizi di pagamento di Facebook e di Whatsapp, nell’instant payment; e poi c’è il leader di mercato Paypal che negli Usa ha acquisito la startup Venmo per conquistare anche il mercato dei pagamenti del peer to peer «Ci troviamo davanti a un settore composto da diversi attori — continua Valeria Portale — dai produttori di telefoni (Apple, Huawei, Samsung, Xiao-mi), ai fornitori di sistemi operativi (Android e Microsoft), fino agli operatori telefonici (Vodafone). Un quadro variegato, dunque. Quello che accomuna tutti è la scelta della tecnologia Nfc». E le banche? «Non stanno di certo a guardare, smaniose di non perdere il presidio dei loro clienti. Per questo dobbiamo attenderci, e sta già succedendo. una risposta bancaria forte in ambito Mobile Wallet.
Una risposta che può essere fatta da collaborazione con gli attori dell’ecosistema mobile, ma anche da progetti autonomi. La concorrenza è agguerrita e le banche italiane sono pronte». Negli altri paesi, come negli Usa e Uk, dove sono partiti da tempo i servizi di mobil epayment la guerra tra gli operatori è ancora in corso. E la frammentazione delle soluzioni ha frenato non poco lo sviluppo della moneta digitale, soprattutto perché il mondo dei pagamenti, e non solo l’Italia, è ancora molto legato al contante. Tuttavia le cose stanno cambiando. Anche nel nostro paese. L’anno scorso, secondo i dati del Politecnico di Milano, i pagamenti innovativi (ecommerce, epayment, mobile pos) hanno superato quota 30 miliardi di euro. Buona parte del giro d’affari è generato dal commercio elettronico i cui pagamenti arrivano via tablet o pc e corrispondono a 18 miliardi di euro. Su tutti, hanno messo il turbo i pagamenti con carta contactless. Nel 2015 i pos attivi in Italia, circa un milione, hanno registrato 140 milioni di transazioni effettuate in modalità contactless per oltre 7 miliardi di giro d’affari. Ma tutti gli occhi sono puntati sul mobile payment ecommerce, l’acquisto di prodotti e servizi attraverso telefono cellulare che ha fatto un balzo del 63% e oggi vale 3,9 miliardi di euro. È qui, sulle frequenze dei pagamenti di prossimità mobile Nfc, QrCode e geolocalizzazione che i giganti del digitale intendono investire e giocare la propria partita. Corre anche il remote mobile commerce: gli utenti si stanno abituando a fare acquisti da cellulare, e non solo libri o biglietti del treno. Basti pensare che il 26% degli acquisti orami riguarda articoli da arredamento.
Cambiano gli stili di vita e le modalità di pagamento. Raddoppiano infatti i pagamenti da cellulare legati ai trasporti (biglietti del bus, pagamento delle soste, taxi e car/bike sharing), raggiungendo i 90 milioni di euro (+97%). In particolare, grazie alla crescita dell’offerta di questi servizi, nel 2016 sono stati acquistati oltre 8 milioni di biglietti, pagate quasi 7 milioni di soste e oltre 10 milioni di corse di car sharing. Anche il settore dei taxi conta oggi quasi 4,5 milioni di euro pagati tramite smartphone. «Nel 2016 — commenta Valeria Portale — i new digital payment hanno dimostrato di essere il motore in grado di avvicinare gli italiani ai pagamenti elettronici in sostituzione del contante. Tale crescita proseguirà nei prossimi anni, raggiungendo nel 2019 i 100 miliardi di euro, pari al 44% del totale dei pagamenti digitali, andrà a sostituire gli old digital payment e, soprattutto, allargherà la quota dei pagamenti digitali rispetto a strumenti di pagamento più inefficienti come il contante». L’evoluzione del settore passa anche attraverso l’utilizzo dello smartphone come strumento di accettazione: i mobile pos sono aumentati del 21% nel 2016 oggi a quota 85 mila unità. Il 2016 è stato anche l’anno in cui i pagamenti digitali hanno fatto breccia tra gli esercenti italiani. Secondo l’indagine condotta su 68 Top Retailer italiani è emerso che l’innovazione dei sistemi di pagamento è una delle priorità, con il 44% degli intervistati che ha dichiarato di volerci lavorare nel 2017.
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