Non più tardi di ieri Microsoft aveva reso noto di aver scoperto sei siti web falsi ai quali gli utenti venivano reindirizzati attraverso email di phishing e che ricordavano portali di istituzioni, come il Senato americano e alcune associazioni politiche. Anche in questo caso il dito è stato puntato verso hacker russi, probabilmente finanziati – ipotizza Microsoft – dal governo di Mosca.
Nell’annunciare di aver cancellato i 652 account falsi, Facebook ha sottolineato come i gruppi che operano dietro a questi profili siano anche ben finanziati: prendendo come esempio la campagna di disinformazione generata dall’Iran – circa 254 pagine su Facebook e 116 falsi utenti su Instagram – tra il 2012 e il 2017 sono stati spesi oltre 12mila dollari in pubblicità sulle pagine del social da parte dei gestori di queste pagine e utenze ora rimosse.
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