Dalla conferenza internazionale sulla malattia di Amsterdam l’appello a non abbassare la guardia. Con la spinta demografica galoppante nei Paesi africani più colpiti e con i tagli minacciati dagli Usa, potrebbe scatenarsi una nuova crisi difficile da tenere sotto controllo. Ma mancano all’appello 7 miliardi di euro
Mancano i soldi per la lotta all’Aids e l’epidemia potrebbe ricominciare a compiere le sue ecatombi, come accadeva in passato. E’ l’allarme che lanciano gli esperti riuniti oggi ad Amsterdam in una conferenza internazionale indetta per fare il punto sulla malattia. Per tenere a bada il virus servirebbero almeno 7 miliardi di euro, che però non ci sono. Ora, con la spinta demografica galoppante nei Paesi africani più colpiti dall’Hiv, esiste il rischio di una nuova, gravissima crisi che le istituzioni preposte non potrebbero controllare.
Nel pianeta si contano oggi 36,9 milioni le persone sieropositive, le quali grazie alle terapie antivirali possono tenere a bada il loro Aids. E nel 2016, il numero di decessi è sceso per la prima volta sotto il milione di persone, attestandosi a 990 mila morti, i quali sono ancora diminuiti nel 2017 quando il virus ha falciato 940 mila vite. Anche l’agenzia delle Nazioni Unite contro il male, Unaids, mette in guardia sul fatto che mancano i finanziamenti per ridurre la minaccia di una nuova pandemia entro il 2030. Non sono soltanto i giganti del Big Pharma a disinteressarsi del problema Aids, tagliando i fondi alla ricerca per nuovi farmaci poiché questi sarebbero destinati soprattutto a Paesi dall’economia malconcia e dunque non in grado di acquistarli per i loro malati.
Gli esperti temono anche una forte diminuzione delle sovvenzioni americane, storicamente le più cospicue. Le organizzazioni umanitarie e i ricercatori del settore paventano infatti i tagli promessi dall’amministrazione Trump nella lotto all’Aids, non ancora approvati dal Congresso di Washington. Ndulu Kilonzo, del Consiglio keniano sul controllo dell’Aids, sostiene che senza grossi investimenti non si riuscirà neanche ad avvicinarsi agli obiettivi fissati dalla comunità internazionale per il 2030. «Siamo lontanissimo dal raggiungimento del traguardo, non solo per quanto riguarda l’eliminazione del virus, ma anche per ciò che riguarda la sua prevenzione». A quest’ultimo proposito, basta dire che sono fortemente diminuiti anche i fondi per la distribuzione di preservativi in Africa, uno dei mezzi più efficaci per stroncare la diffusione del male.
Pietro Del Re, La Repubblica