Perché se è vero che un piatto di pasta è sempre un piatto di pasta, diversi studi negli ultimi anni indicano che il nostro metabolismo cambia nel corso delle 24 ore
POTREMMO aver sbagliato tutto nella nostra ossessione della bilancia e del controllo di quello che mettiamo nel piatto. Distratti dal quanto e dal cosa mangiare abbiamo tralasciato un concetto fondamentale: il quando. Potrebbe essere insomma che una amatriciana consumata a pranzo non è la stessa cosa, in termini di effetti sul peso corporeo e quindi sulla salute, di una identica pasta consumata prima di andare a letto: a parità di gusto, condimento e – attenzione – a parità di calorie. Perché se è vero che un piatto di pasta è sempre un piatto di pasta, diversi studi negli ultimi anni indicano che il nostro metabolismo cambia nel corso delle 24 ore. E che con il metabolismo, cambia la nostra capacità di lavorare, di assimilare e appunto metabolizzare il cibo che ingeriamo.
• È LA CRONONUTRIZIONE BELLEZZA
È questa semplificando l’idea che sta dietro alla crononutrizione, che non è l’ennesima dieta ma un regime alimentare di cui si è cominciato a parlare verso la metà degli anni ’80 e che tiene conto dell’importanza di sincronizzare i pasti col nostro orologio interno, a cominciare dal ciclo sonno-veglia, luce-buio. E’ recente uno studio pubblicato su Diabetic Medicine che sostiene che le persone con diabete di tipo 2 che fanno colazione tardi, hanno maggiori probabilità di avere un indice di massa corporea più alto rispetto a chi ha l’abitudine di anticipare il primo pasto della giornata. A parità di calorie assunte. Un’altra ricerca più datata ma forse più indicativa della prima, ha valutato la relazione tra timing alimentare (l’orario dei pasti) e efficacia di un regime dimagrante su un campione di 420 persone sottoposte a 20 settimane di dieta dimagrante. Il risultato? Chi aveva l’abitudine di pasteggiare più tardi, chiamiamoli i mangiatori tardivi, perdeva meno peso e a un tasso più lento rispetto ai mangiatori chiamiamoli anticipati. Anche in questo caso: a parità di calorie, alimenti, consumo energetico, ormoni dell’appetito e durata del sonno. Ma – secondo i ricercatori – i mangiatori tardivi erano gli stessi che andavano più speso a letto tardi la sera, che la mattina facevano colazioni meno sostanziose, o che la colazione la saltavano proprio. Insomma con i pasti, più anticipi meglio è sembrerebbe.
• IL RITMO CIRCADIANO DEGLI ORMONI
Ma qual è la ragione scientifica del vantaggio di anticipare i pasti? E, più in generale, perché il timing alimentare influenza gli effetti del cibo in termini di peso corporeo, e quindi di salute? “Sappiamo ancora poco di crononutrizione però sappiamo quello che osserviamo”, spiega Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca al CREA di Roma. “E cioè – riprende – che gli ormoni seguono un ritmo circadiano, vale a dire che la loro produzione varia nel corso delle 24 ore. È il caso dell’insulina, che ha un picco intorno alle 17, o della leptina, l’ormone anoressizzante, che ce l’ha verso l’una di notte. Non solo. Osserviamo che chi consuma la maggior parte delle calorie nella prima parte della giornata è più magro, ha minor rischio diabetico e cardiovascolare. Al contrario di chi per lavoro è costretto a stare sveglio la notte, che invece è a maggior rischio metabolico e cardiaco.
• IL GRADIENTE OBESITÀ
“Osserviamo – riflette ancora Ghiselli– che esiste un gradiente geografico obesità: in Europa la diffusione dell’eccesso di grasso corporeo aumenta scendendo verso i paesi del Sud, che sono gli stessi dove si tende a cenare la sera tardi. Infine abbiamo dati sugli animali da laboratorio, che non si possono trasferire sugli umani, ma sono indicativi: i ratti sottoposti a un ritmo luce-buio normale sono meno grassi di quelli tenuti artificialmente a un ritmo luce-meno luce, cioè mai al buio, che mangiano di più. Ecco, tutto questo ci dice che anticipare la quota maggiore di energia nella prima parte della giornata aiuta a sincronizzarci con i ritmi circadiani. Ma sulle ragioni, cioè sui perché le cose vanno così, oggi possiamo solo fare ipotesi”. Facciamole. “Potrebbe esserci più di un causa e cause diverse che agiscono insieme – riflette l’esperto – Per esempio ragioni comportamentali: come dire che se la notte stai sveglio tendi a mangiare di più, molto semplicemente. Oppure potrebbe essere che la luce compromette il corretto funzionamento dell’orologio biologico. Tuttavia nell’attesa di ampliare le nostre conoscenze, se concentriamo la maggior parte dell’energia nella prima parte della giornata non sbagliamo”, ribadisce.
Ma ci sono alimenti che è meglio mangiare prima, e altri che volendo si possono consumare anche più tardi nel corso della giornata? “So che c’è chi dice che evitare di mangiare carboidrati dopo le 17 del pomeriggio fa perdere peso. è una sciocchezza: mille calorie sono mille calorie – conclude – carboidrati o no”.
Tina Simoniello, Repubblica.it