Il sindaco di Parma, dissidente ed espulso dai Cinque Stelle, analizza la nuova vita dei grillini: “Comanda solo di Maio. Grillo? E’ come la mamma di Psycho: lo tirano fuori all’occorrenza”
Il tradimento delle origini, la svolta istituzionale, un unico dogma come programma politico: creare consenso, costi quel che costi. Una mutazione genetica per il Movimento 5 Stelle “che ormai non ha più nulla di quello che ho conosciuto io”. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma al secondo mandato, è il primo grande dissidente del M5S: “Che ormai è diventato il partito personale di Di Maio. Se riusciranno a fare il governo? Lo sa solo il loro capo politico: decide tutto lui”. Così Pizzarotti a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital condotta da Massimo Giannini. Il tema principale è quello della formazione del governo. E il sindaco di Parma analizza la politica dei due forni messa in campo dai Cinque Stelle. Suggerendo i motivi per cui alla fine un accordo con la Lega è più probabile: “In questi anni il Pd è stato demonizzato: per il militante del Movimento è peggio il Pd che la Lega. Salvini non è mai stato il nemico pubblico numero uno”. Un accordo, quello tra Carroccio e M5S su cui pesa la presenza di Berlusconi. “Ma io ormai mi aspetto di tutto da Di Maio: per loro basta mettere a punto solo una strategia comunicativa efficace e possono giustificare tutto”.
Aboliti i principi, spazio aperto per ogni tipo di compromesso. Una fase politica che segna una mutazione per il Movimento Cinque Stelle. “Mi aspettavo un minimo di ribellione dalla base: invece ogni cosa che viene decisa dall’alto viene immediatamente assimilata”, continua Pizzarotti. Che sottolinea come l’assenza di spirito critico tra militanti e dirigenti sia sfruttata dai vertici. “La linea è ormai solo creare consenso: non più solo rivolgendosi ai cittadini ma anche agli apparati, alle associazioni”.
Uns mutazione che Pizzarotti lega al “nuovo ruolo” di Beppe Grillo: “Il fondatore del Movimento non c’è più dal 2014. E’ come la mamma di Psycho…sta lì mummificato, viene tirato fuori quando serve a Casaleggio e Di Maio”. Sacrificato in nome del nuovo corso, in cui c’è solo il primato della comunicazione: “Possono fare tutto: la loro unica preoccupazione è solo trovare il modo di comunicare anestetizzando le svolte e così facendo giustificando ciò che fino a un attimo prima era ingiustificabile“.
di Carmine Saviano, La Repubblica