Insieme sulla carta, uno contro l’altro nella realtà. Tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, due dei tre leader dello schieramento di centrodestra, le distanze sembrano incolmabili malgrado siano nella stessa coalizione. E anche sui dazi che il presidente degli Usa Donald Trump ha imposto a difesa degli interessi americani e sulla netta contrarietà della cancelliera tedesca Angela Merkel a qualsiasi misura protezionistica, Berlusconi e Salvini sono sembrati parlare da due pianeti diversi. Così, se il leader del Carroccio ha lodato le barriere commerciali di Trump, il Cavaliere ha lodato invece la presa di posizione di Merkel: “Condivido la posizione della signora Merkel: il protezionismo di Trump non è una cosa positiva nemmeno per gli Stati Uniti”, ha detto il presidente di Forza italia nel commentare il dibattito al World economic forum di Davos.” Io sto con Trump. Lui difende l’industria americana, vuole salvare i posti di lavoro. Tutti lo attaccano; io invece voglio fare in Italia la stessa cosa, si possono mettere i dazi”, afferma a Salvini. “È troppo comodo licenziare a Milano e aprire in Romania o in Cina per poi rivendere nei nostri supermercati. Se lo vuoi fare paghi di più. Ce ne sono già di dazi dell’Ue su alcuni prodotti ma ci sono tanti settori come la ceramica o il tessile, che non sono stati difesi dai governi italiani impegnati, male, per esempio sulle banche”.
Divergenze che inducono il Pd a una dura critica: “Quindi Berlusconi è contro i dazi e Salvini è favore dei dazi”, sottolinea Alessia Rotta in una nota. “Sempre più inconciliabili. A destra è un accrocco di interessi che mirano alle poltrone e al potere. Berlusconi ritorna alla carica con i condoni mentre Salvini ci spieghi le multe per le quote latte, 4,5 miliardi, che gli italiani dovranno pagare per colpa della Lega. C’è da tremare del ritorno di questi esperti del fallimento”.
Giampiero Di Santo, ItaliaOggi