E’ questa la proposta che ha fatto Legambiente durante la presentazione di “Civico 5.0 – Un nuovo modo di vivere il condominio”, la campagna nazionale di studio e informazione dell’associazione ambientalista
La riconversione dei condomini con i maggiori problemi di efficienza energetica potrebbe impattare positivamente sia da un punto di vista ambientale che economico. Con la riconversione di circa 30 mila alloggi all’anno potrebbero essere risparmiati, entro il 2030, 400 milioni di euro in bolletta per le famiglie, per una media di circa 620 euro l’anno ad alloggio, a livello ambientale si eviterebbero emissioni in atmosfera per 840 mila tonnellate di CO2 all’anno e si ridurrebbero i consumi di circa 420 milioni di metri cubi di gas sempre all’anno. E’ questa la proposta che ha fatto Legambiente durante la presentazione di “Civico 5.0 – Un nuovo modo di vivere il condominio”, la campagna nazionale di studio e informazione dell’associazione ambientalista.Al 2030 questa operazione permetterebbe, inoltre, complessivamente una riduzione di 9,7 miliardi di euro di risparmi globali in bolletta per le famiglie e 20,7 milioni di tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera e 10,3 miliardi di metri cubi di gas non consumati. Senza contare che un’azione di questo tipo permetterebbe di creare nuovi posti di lavoro, circa un milione puntando proprio sulla riqualificazione energetica (dato Rapporto Oise). Da un punto di vista economico si potrebbe produrre anche un incremento dei valori immobiliari, stimati da vari studi, in un range compreso tra il 5 e il 15%, per abitazioni ristrutturate con standard energetici e ambientali di questo tipo.”La sfida che Legambiente lancia – dice Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – è quella di riqualificare almeno il 50% degli edifici condominiali, con maggiori problemi di efficienza energetica, entro il 2030. L’obiettivo è di riuscire a garantire la continuità degli incentivi degli Ecobonus fino a quella data, in modo che le imprese abbiano certezze sulla prospettiva, e di stabilire un obiettivo prestazionale minimo per cui i condomini raggiungano almeno la Classe B di certificazione energetica e comunque una riduzione di almeno il 50% dei consumi per riscaldamento e raffreddamento. Interventi di questo tipo, proprio perchè permettono di ridurre i consumi energetici degli edifici, vanno- aggiunge – nella direzione richiesta dall’Unione europea”.Legambiente ricorda che stando agli ultimi dati sono 1,2 milioni i condomini presenti in Italia dove vivono circa 14 milioni di famiglie. Di questi almeno 740 mila (16%) necessitano di una riqualificazione energetica, perchè costruiti nel dopoguerra con materiali e tecniche che avevano scarsissima attenzione all’efficienza dei sistemi di riscaldamento, mentre l’82% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della legge 10-91 sull’efficienza energetica in edilizia.
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