EssiLux debutta col botto a Parigi. Il colosso degli occhiali in mano a Del Vecchio e Armani ma fino al 2021 ‘pari poteri’ con i francesi

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Comincia una nuova era per Luxottica, la storica azienda dell’occhialeria fondata ad Agordo (Belluno) da Leonardo Del Vecchio. Dal 29 novembre 2018, le azioni del nuovo gruppo nato dal matrimonio con la francese Essilor sono scambiate sul mercato di Parigi (la seduta di Borsa si è chiusa con un guadagno del 3,6% circa) mentre l’uscita da Piazza Affari è prevista entro il primo trimestre del 2019, come indicato da Hilary Harper, co-cfo (co direttore finanziario) di Essilor Luxottica. “Adesso la chiamo Essilux, per accorciare”, ha scherzato Del Vecchio, classe 1935, nel giorno del debutto.

Harper, in occasione dell’assemblea degli azionisti che si è tenuta a Parigi sempre il 29 novembre per dare il via libera alla fusione, ha anche comunicato ai soci i risultati dell’offerta pubblica di scambio (ops) conclusa il giorno prima che hanno condotto il gruppo dell’occhialeria nato sull’asse italo-francese a raggiungere il 93,3% del capitale di Luxottica, considerando anche le azioni in mano alla finanziaria di Del Vecchio, Delfin.

All’inizio di dicembre si riapriranno i termini dell’offerta. Se l’ops dovesse alla fine raccogliere il 100% del capitale, la Delfin di Del Vecchio si ritroverebbe con poco più del 31% del nuovo gruppo, contro il 4% circa dei dipendenti e manager di Essilor e il 2% di Giorgio Armani. Due percentuali, quelle di Delfin ed Essilor, molto diverse che potrebbero facilitare il patron Del Vecchio nel sostegno a Francesco Milleri, attuale numero uno di Luxottica, come nuovo ad del gruppo italo-francese degli occhiali. La nomina del timoniere della nuova società, tuttavia, “non è all’ordine del giorno”, ha precisato Olivier Pecoux, responsabile del Comitato remunerazione e nomine, in una dichiarazione resa “in accordo con tutto il consiglio di amministrazione”.

Pecoux ha aggiunto che la scelta del nuovo ad partirà da gennaio. Di recente, Del Vecchio aveva manifestato la sua volontà di candidare Milleri, suo manager di fiducia. “Io ho i miei desideri futuri – ha detto Del Vecchio, presidente esecutivo di Essilor Luxottica – so benissimo che c’è una commissione che si occupa di queste cose, se decidessi di volerlo fare mi rivolgerei alla commissione e al cda secondo il contratto che abbiamo e che intendo rispettare fino alla fine”. Come a dire che se volesse imporre Milleri potrebbe farlo, in base al contratto. In realtà, sembra che l’idea di Del Vecchio, stante la suddivisione paritetica dei poteri con il numero uno di Essilor Hubert Sagnieres da qui fino alla fine del 2020, sia piuttosto quella di attribuire parte delle proprie deleghe, circa la metà, al braccio destro italiano.

In attesa di capire come si muoverà il fondatore di Luxottica, i soci di oltralpe tengono a sottolineare che è sbagliato pensare che con una quota di oltre il 30% Del Vecchio possa fare il bello e il cattivo tempo nella società italo-francese che avrà circa 140 mila dipendenti per 16 miliardi di fatturato. Lo ha detto chiaramente il vicepresidente esecutivo di Essilor Luxottica Sagnieres, interpellato a riguardo in assemblea. “Ho letto tante cose sbagliate. Ma gli accordi si basano su molti principi, in particolare sull’uguaglianza dei poteri con Del Vecchio fino al maggio 2021. I diritti di voto di Delfin hanno un tetto massimo del 31% e questo è scritto nello statuto, non è un numero che si può dimenticare o superare. Per cambiarlo ci vuole il voto dell’assemblea con una maggioranza di due terzi”, ha spiegato Sagnieres.

In una intervista di inizio 2017 a Business Insider Italia, rispondendo a una domanda sui medesimi poteri dei due soci, Del Vecchio aveva affermato: “Ci sarà pure una differenza tra chi ha il 31% e gli altri azionisti, il più grande dei quali avrà solo il 4 per cento. Il potere di firma ce l’ho solo io e in assemblea contano le azioni. L’amministratore delegato dura finché lo vuole l’azionista con il peso maggiore, cioé Delfin. Se non va bene lo si cambia”.

Per la fase successiva al maggio del 2021, quando scadrà la suddivisione paritetica dei poteri e quindi il periodo di transizione legato alla fusione, non ci sono accordi scritti tra i due gruppi. Ci si rifarà allora alle regole societarie francesi, secondo le quali ogni socio può proporre un nuovo consigliere di amministrazione, che sarà poi votato all’assemblea degli azionisti. Sarà poi il nuovo cda a designare il capoazienda di Essilor Luxottica dal 2021 in poi. E probabilmente sarà da lì che partirà un’altra nuova era per il gruppo dell’occhialeria.

BusinessInsider